Budicca regina guerriera celtica nemica di Roma

Budicca regina guerriera celtica nemica di Roma. La giovane regina della tribù degli Iceni, nell’Inghilterra orientale, è ricordata per aver guidato la più feroce rivolta anti-Romana dell’isola.
Dopo aver protestato per l’esproprio delle terre del defunto marito Prasutago da parte dei Romani, fu denudata e umiliata in pubblico dai conquistatori, che stuprarono le sue figlie. Budicca, esperta di arte militare, organizzò allora una vendetta, chiamando a raccolta tutti i nobili Iceni scontenti, infliggendo al proconsole romano Paolino una prima, dura sconfitta. Vinta una battaglia, perse però la guerra e pur di non cadere nelle mani dei Romani Budicca si suicidò, avvelenandosi.

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Budicca (morta nel 61 d.C.) fu la regina celtica della tribù degli Iceni, un popolo che abitava il territorio oggi corrispondente all’Anglia Orientale, in Gran Bretagna, e capeggiò la rivolta contro Roma nel 60\61 d.C. Il re degli Iceni Prasutago, cliente dei Romani, divise il suo regno tra le sue figlie e l’imperatore Nerone (che regnò dal 54 al 68 d.C.). Quando però Prasutago morì, le sue terre furono occupate dai Romani e gli Iceni persero il loro status di alleati.

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Quando sua moglie Budicca si oppose a questa decisione venne condannata alla fustigazione e le sue due figlie furono violentate. La regina allora organizzò una rivolta che portò alla distruzione delle antiche città romane di Camulodunum, Londinium, e Verulamium e alla morte di oltre ottantamila cittadini della Britannia romana. Budicca venne poi sconfitta nella battaglia di Watling Street dal governatore Gaio Paolino Svetonio (che fu legato di legione nel I secolo d.C.) Principalmente perché questi scelto con attenzione il terreno di battaglia, fece si che l’esercito della condottiera, intrappolato dai suoi stessi carri, dal bestiame e le famiglie al seguito, si tagliasse da solo le vie di fuga. Si dice che Budicca, dopo essere stata sconfitta, si tolse la vita usando il veleno.

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Tacito offre negli Annali questo resoconto riferito alle fasi iniziali dell’insurrezione:

Prasutago, re degli Iceni, dopo una lunga vita celebre per la sua prosperità, decise di nominare l’imperatore e le sue due figlie co-eredi. Egli con tale gesto di sottomissione intendeva proteggere il regno e la sua famiglia. Ma questo non raggiunse l’obiettivo sperato. [Dopo la sua morte] il regno e la sua stirpe furono trattati alla stregua di prede di guerra, sia dagli ufficiali che dagli schiavi romani. Per cominciare Budicca, vedova di Prasutago, fu fustigata e le sue figlie furono stuprate. I capi iceni furono spogliati delle proprietà ereditate, come se ai Romani fosse stato ceduto l’intero regno. Gli stessi familiari del re furono schiavizzati. Gli Iceni, umiliati, temevano il peggio ora che erano stati ridotti ad una provincia. Quindi si ribellarono. (Lewis, 197)

Miranda Aldhouse-Green, archeologa e docente in storia, prende in considerazione una rivolta degli Iceni avvenuta nel 47 d.C. che portò all’ascesa di Prasutago come capo della tribù. La ribellione non ebbe successo e non è chiaro quale ruolo Prasutago avesse avuto in essa, ma sembra chiaro che i Romani vedessero nel re un leader capace di mantenere la pace tra gli Iceni e Roma.

Fonte: worldhistory.org

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