Chianti secondo vino più amato in Italia Origini e Caratteristiche

Chianti secondo vino più amato in Italia. Le sue origini e caratteristiche.

Il Chianti nasce in una area geologicamente assai omogenea, situata a sud dell’Appennino e fra le latitudini che ricomprendono Firenze e Siena.

Una fascia inizia a nord, dalla zona del Mugello verso Rufina e Pontassieve, prosegue lungo i monti del Chianti fino ad arrivare a ricomprendere il territorio del Comune di Cetona. L’altra si origina sul Montalbano e si allaccia alla Val di Pesa con direttrici verso San Gimignano e Montalcino. Il nucleo centrale è contornato da propaggini legate ai sistemi collinari dell’Aretino e del Senese, del Pistoiese, del Pisano e del Pratese. Queste fasce estreme e periferiche sono collegate fra loro da briglie trasversali.

In particolare, il territorio del Chianti, dal punto di vista geologico, per la sua vastità, può essere suddiviso in quattro sistemi, in ordine di età di formazione decrescente: dorsali preappenniniche mio-eoceniche, le colline plioceniche, la conca intermontana del Valdarno Superiore con i depositi pleistocenici, ed i depositi alluvionali.

L’altitudine dei terreni collinari coltivati a vite è compresa mediamente fra i 200 ed i 400 m s.l.m. con giacitura ed orientamento adatti. Il disciplinare di produzione (art. 4) prevede comunque una altitudine massima, dell’ubicazione dei vigneti di 700 m sul livello del mare.

Il clima dell’area si inserisce nel complesso climatico cosiddetto della collina interna della Toscana. Il clima del comprensorio può essere definito da “umido” a “subumido”, con deficienza idrica in estate. La piovosità media annua è di 867 mm con un minimo di 817 mm ed un massimo di 932 mm. La piovosità massima si registra, di regola, nel mese di novembre con 121 mm e la minima in luglio con 32 mm. Il mese di agosto è quello mediamene più caldo, con temperature medie di oltre 23 °C, mentre il mese più freddo è solitamente gennaio, con temperature medie intorno ai 5 °C.

Il “Chianti” è una terra di antiche tradizioni vinicole di cui esistono testimonianze etrusche e romane. Ma i primi documenti in cui con il nome Chianti si identifica una zona di produzione di vino (ed anche il vino prodotto) risalgono al XIII secolo, e si riferiscono alla Lega del Chianti costituita a Firenze per regolare i rapporti amministrativi con i terzieri di Radda, Gaiole e Castellina (attualmente compresi nella zona di produzione del Chianti Classico), produttori di un vino rosso a base di Sangiovese.

L’insegna della Lega del Chianti era un Gallo Nero in campo dorato, e questo simbolo è divenuto l’emblema del Consorzio del Vino Chianti Classico; una delle due associazioni di tutela del Chianti. L’altra è il Consorzio Vino Chianti.

Al 1398 risale il primo documento notarile in cui il nome Chianti appare riferito al vino prodotto in questa zona. Già nel ‘600 le esportazioni in Inghilterra non erano più occasionali.[1]

Il 24 settembre 1716 a Firenze il Granduca Cosimo III de’ Medici emanò il Bando Sopra la Dichiarazione dé Confini delle quattro Regioni Chianti, Pomino, Carmignano, e Val d’Arno di Sopra, nel quale venivano specificati i confini delle zone entro le quali potevano essere prodotti i vini citati (in pratica una vera e propria anticipazione del concetto di Denominazione di Origine Controllata), ed un Decreto con il quale istituiva una Congregazione di vigilanza sulla produzione, la spedizione, il controllo contro le frodi ed il commercio dei vini (una sorta di progenitore dei Consorzi). Successivamente Ferdinando III di Toscana suddivise il Granducato di Toscana in comunità e province; la provincia del Chianti era costituita dalle comunità di Radda, Gaiole, Castellina e Greve.

Nel 1932 il Governo italiano decide di ampliare notevolmente la zona di produzione del Chianti. Questo nuovo Chianti viene diviso in sette sottozone: Classico (comprendente il vecchio Chianti più nuovi territori a sud e soprattutto a nord), Colli Aretini, Colli Fiorentini, Colline Pisane, Colli Senesi, Montalbano e Rùfina. Nel 1967 viene effettuato un ulteriore ampliamento che porta ai confini odierni. Nel 1996 viene costituita la sottozona Montespertoli ricadente tutta nel territorio dell’omonimo comune in Provincia di Firenze; territorio prima parzialmente ricompreso nella sottozona Colli Fiorentini e parzialmente nell’area generica Chianti. Sempre nel 1996 la sottozona Classico si dota di disciplinare autonomo rispetto alle altre sottozone.

Caratteristiche di questo eccellente vino:  il suo colore è rubino vivace tendente al granato con l’invecchiamento; il suo odore è intensamente vinoso, talvolta con profumo di mammola e con più pronunziato carattere di finezza nella fase di invecchiamento; il suo sapore è armonico, sapido, leggermente tannico, che si affina col tempo al morbido vellutato; il prodotto dell’annata che ha subito il «governo» presenta vivezza e rotondità.

Si abbina piacevolmente con:  Pollo alla cacciatora, Spezzatino di manzo con patate, Arrosto di maiale al ginepro, Carne alla pizzaiola, Agnello al ginepro, Coniglio al forno con patate e olive nere, Stinco di maiale al forno, Arista con prugne, Cosciotto di capretto arrosto, Brasato al vino rosso con cioccolato e frutta secca, ottimo anche con formaggi stagionati, partendo da un costo pari a € 3,40 in su, secondo annata e casa vinicola produttrice, arriva anche ad un costo di € 139-140,00 per una bottiglia selezionata da l 0,75.

Fonte: Wikipedia-Trovaprezzi