Donald Trump prime 18 mosse pugno di ferro immigrazione

Donald Trump, 45° presidente degli Stati Uniti d’America, non si fa certo intimidire dalle continue proteste che lo contestano ‘Trump not my President’ ma continua, coerente, nella sua politica che lo ha accompagnato lungo la propaganda elettorale, instaurando un contratto con i propri elettori,  e non ha minimamente nascosto la sua volontà di mostrare il pugno di ferro verso l’immigrazione, elevando muro e recinzione tra Stati Uniti d’America e Messico, con la ferma intenzione di cacciare circa 3 milioni di indesiderati immigrati con precedenti penali che infestano il suolo americano, lo ha sottolineato in una intervista a Sixty minutes sulla Csb. 

PUGNO DI FERRO DI DONALD TRUMP VERSO IMMIGRAZIONE
LE 18 MOSSE DEL PRESIDENTE TRUMP


Il tycoon conferma la linea dura sugli immigrati irregolari e ribadisce il suo impegno a costruire il muro al confine col Messico e ad espellere subito due-tre milioni di clandestini con precedenti penali, come ha ribadito in un’intervista a Sixty minutes sulla Csb. Dichiarazioni forti, ma che per alcuni potrebbero anche celare un possibile compromesso. Il tycoon ha infatti precisato che in alcune aree non ci sarà muro ma recinzione, come proposto al Congresso dai Repubblicani, che stanno cercando una mediazione su vari temi. E se promette di usare il pugno di ferro con 2-3 milioni di clandestini dalla fedina penale sporca, espellendo o incarcerando “i membri delle gang e i trafficanti di droga“, Trump si riserva di prendere una decisione sugli altri irregolari, che sono la maggioranza (circa dieci milioni), solo dopo aver messo in sicurezza la frontiera; Donald Trump ha dichiarato: ‘“Ciò che faremo è prendere le persone che sono criminali e hanno precedenti, che fanno parte di bande, trafficanti di droga; sicuramente due milioni di persone, forse tre, noi le espelleremo dal Paese o le metteremo in carcere’, dichiarazioni simili non dovrebbero far paura e far del Presidente un uomo di cui avere timore, paura e timore devono essere per la delinquenza e non per gli onesti cittadini, anche immigrati,  che lavorano sodo e contribuiscono all’andamento economico del Paese.

Ma molte cose sembrano dover cambiare in America con l’avvento di Donald Trump, quale 45° Presidente insediato alla Casa Bianca,  e sarà l’economia a decidere il destino del presidente. vuole stimolare la crescita attraverso un piano da mille miliardi di dollari per le infrastrutture, riformare il sistema fiscale e rivedere i trattati internazionali sul commercio. Investire attraverso stimoli statali e soldi privati con riduzioni di tasse, tagliare le tasse e produrre un aumento del gettito fiscale abbastanza significativo per ridurre il debito.

Fonte: nexquotidiano