Eugenio Montale Premio Nobel della Letteratura muore il 12 settembre 1981

Eugenio Montale Premio Nobel della Letteratura muore il 12 settembre 1981. Come non onorare la memoria di un grande poeta italiano, Eugenio Montale, ricordando fra le tante sue opere quello che lo ha fatto diventare celebre e cioè la raccolta di poesia ”Ossi di seppia”, edito nel 1925 e da cui si trae una bellissima, struggente poesia sull’esistenza sofferta umana.

Spesso il male del vivere ho incontrato

Spesso il male di vivere ho incontrato
era il rivo strozzato che gorgoglia
era l’incartocciarsi della foglia
riarsa, era il cavallo stramazzato.

Bene non seppi, fuori del prodigio
che schiude la divina Indifferenza:
era la statua nella sonnolenza
del meriggio, e la nuvola, e il falco alto levato.

In questa poesia di Montale gli elementi naturali sembrano dotati di una loro sensibilità che riflette lo stato d’animo del poeta. L’esperienza del male di vivere, che non risparmia neppure la natura, è comune a tutto l’universo e la si riscontra appunto nelle immagini-simbolo scelte: il ruscello, la foglia, il cavallo stramazzato al suolo. Eppure, rispetto al pessimismo leopardiano, in Montale si scorge un barlume di salvezza: il male di vivere si affronta facendo ricorso all’Indifferenza, che implica accettazione distaccata della realtà di tutti i giorni.

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A differenza di ciò che fanno Leopardi e Foscolo che si crogiolano nel dolore e nel pessimismo,  Montale cerca di allontanare da sé la sofferenza e cerca un rimedio al male di vivere che accomuna tutti gli uomini senza alcuna distinzione. La poesia è breve, ma come altre liriche del poeta genovese, in pochi versi riesce a esprimere al meglio lo stato d’animo dell’autore. Nella raccolta “Ossi di Seppia” in cui è compresa questa lirica il linguaggio poetico è esatto e preciso, il lessico è essenziale, a ogni termine si lega un unico significato.

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Nel 1975 arriva il riconoscimento più importante: il Premio Nobel per la Letteratura, muore a Milano il 12 settembre 1981, poco prima di compiere 85 anni, nella clinica San Pio X dove si trovava ricoverato per problemi conseguenti a una vascolopatia cerebrale. Viene sepolto accanto alla moglie Drusilla nel cimitero vicino alla chiesa di San Felice a Ema, sobborgo nella periferia sud di Firenze.

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Fonte: Biografieonline

Foto di Rai Cultura