Favole natalizie Le Lanterne di San Martino

Favole natalizie Le Lanterne di San Martino. La tradizione di San Martino affonda le sue radici nel IV secolo dopo Cristo e fa riverimento a un personaggio veramente esistito, il Vescovo Martino di Tours. Figlio di un soldato, è cresciuto tra spade e battaglie, fino a quando un giorno ha incontrato un mendicante sulla via di Amiens, in Francia, dove prestava servizio. Il mendicante, coperto di stracci, combatteva per il freddo nel gelido inverno francese. Secondo il culto cristiano, Martino gli ha donato il suo mantello e, dopo un sogno rivelatore, ha anche cambiato vita. È diventato vescovo di Tour nel 371 d.C e l’11 novembre ricorre il giorno della sua sepoltura.

San Martino era un giovane nato a Sabaria Sicca, un avamposto romano situato nell’odierna Ungheria. Suo padre era un tribuno militare e quando Martino, chiamato così in onore di Marte, Dio della guerra, era solo un bambino, si trasferì a Pavia portando con sé tutta la famiglia. In quanto figlio di un veterano, anche Martino dovette arruolarsi quando era ragazzo e venne mandato in Gallia con un corpo speciale preposto a garantire l’ordine pubblico. Durante una ronda notturna s’imbatté in un mendicante.

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Era una notte molto fredda, e il poveretto era mezzo nudo e tremava per il freddo. Martino era un giovane generoso e di buon cuore, e vedendolo così miserabile avrebbe voluto aiutarlo, ma aveva già dato tutto il suo stipendio ai contadini poveri. Così senza esitare prese il proprio mantello, impugnò la spada e con un colpo netto tagliò in due l’indumento, offrendolo al mendicante perché potesse ripararsi dal gelo.

La leggenda vuole che la notte seguente Gesù apparve a Martino. Indossava la metà del mantello e rivolgendosi agli angeli disse: “Ecco qui Martino, il soldato romano che non è battezzato, egli mi ha vestito.” Al risvegliò Martino trovò accanto al proprio giaciglio il prezioso mantello del tutto integro.

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L’apparizione spinse il giovane ad abbracciare il Cristianesimo e a chiedere il Battesimo. Ciononostante Martino continuò a fare il proprio dovere di soldato intraprendendo una brillante carriera militare. Solo raggiunti i quarant’anni lasciò l’esercito e iniziò a combattere una diversa guerra, quella contro l’eresia ariana molto diffusa nei territori dell’odierna Francia.Visse poi come eremita per quattro anni sull’Isola Gallinara, dove venne salvato dall’intervento divino quando, in punto di morte per aver mangiato l’elleboro, pianta assai velenosa, venne miracolato dopo una notte d’intensa preghiera.

Successivamente torno a Poitiers, divenne monaco e in seguito vescovo. Con questo ruolo continuò a combattere le eresie e il paganesimo. Il popolo lo amava molto, e gli attribuì anche poteri taumaturgici. Fondò anche molti monasteri e promulgò tra i monaci la missione dell’evangelizzazione.

Così le Lanterne di San Martino diventano simboli di luce e speranza, soprattutto in questo periodo dell’anno, quando l’inverno inizia ad avanzare e freddo e oscurità diventano più pressanti.

Queste piccole luci colorate che fluttuano nella notte, rischiarando il cammino e riscaldando i cuori, sono un preludio all’Avvento che inizierà di lì a breve, e anticipano in un certo senso il clima di festa e il profondo senso di calore e felicità del Natale che si avvicina.

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Un tempo i bambini portavano come lanterne delle rape scavate con una candela accesa all’interno, attaccate a un bastone, e questa tradizione avrebbe portato anche a quella delle zucche scavate dai bambini americani ad Halloween e usate per tenere lontani gli spiriti maligni. E come i bambini americani ad Halloween, anche in occasione della Festa di San Martino in alcune regioni i bambini vanno di casa in casa con le loro lanterne e reclamare dolci e frutta.

Oggi i bambini europei usano lanterne di carta colorata, che spesso fabbricano loro stessi, e che vengono accese tutte insieme, nell’ambito di una grande festa. Accendere le lanterne porta fortuna e bisognerebbe tenerla poi accesa tutte le notti fino a Natale per mantenere vivo il calore dell’estate. Anticamente i bambini accendevano le lanterne di pomeriggio e le usavano per guidare gli animali del bosco nelle loro tane. Questa usanza rimane viva in alcune zone, dove i bambini accompagnati dai genitori vanno a passeggiare nei boschi all’imbrunire con le loro lanternine.

Fonte: holyart.it

Foto di greenme.it