Foca monaca specie a rischio estinzione

Foca monaca specie a rischio estinzione. Buffa e simpatica, è una delle specie di foca più rare e l’unica presente nel Mediterraneo. È considerata una delle 100 specie di mammiferi più minacciati al mondo. Può raggiungere i 2,5 metri di lunghezza e i 300 kg di peso. Il muso ha dei lunghi ciuffi di vibrisse. Osservazioni più o meno regolari avvengono ancora nei nostri mari, in Basilicata, in Sicilia e intorno alle isole del Tirreno.

La foca monaca ha una colorazione brunastra uniforme con una grossa macchia bianca irregolare sul ventre. I piccoli nascono neri e mutano la pelliccia solo dopo diverse settimane. Un tempo molto più diffusa nel Mediterraneo, oggi conserva la sua principale area di presenza nel Mar Egeo e nel Mediterraneo orientale, vive anche lungo le coste della Mauritania, Isole Canarie, Mar Nero e in Italia, comunque in non più di 5-20 località. Oggi le osservazioni sono principalmente di individui solitari, segnale che la specie negli ultimi decenni è andata incontro a rarefazione ed estinzioni locali. Lungo la costa atlantica dell’Africa conserva ancora oggi gruppi sociali più numerosi, fino a un massimo di 50-60 esemplari. 

LEGGI ANCHE >>>>>>> French toast con fragole e panna

La maturità sessuale viene raggiunta a circa 4-5 anni di età, quando si accoppia per la prima volta, in genere in estate-autunno. Dopo 11 mesi di gestazione partorisce un unico cucciolo, in prossimità di coste sabbiose e rocciose. Le nascite avvengono in un periodo molto prolungato rispetto alle foche che vivono nelle regioni fredde del Pianeta, da maggio a novembre, con un picco tra settembre-ottobre. Il piccolo viene allattato per 16-17 settimane e solo dopo lo svezzamento fa il suo primo ingresso in acqua.  

Come tutte le foche, a terra si muove in modo lento e impacciato perché la conformazione del bacino non le consente di alzare il ventre da terra. In mare invece, è agile e veloce, in particolare quando caccia le sue prede, durante immersioni a 10 e 20 metri di profondità. Si ritiene tuttavia, sia in grado di immergersi fino a 100 metri e restare in apnea per diversi minuti. La sua dieta è composta da pesci, come anguille, sardine, triglie e piccoli tonni, ma anche di aragoste e polpi, per cui ha una particolare predilezione. Si alimenta sia di giorno, sia di notte. La foca monaca può vivere tra i 20 e i 30 anni.  

LEGGI ANCHE >>>>>> Riso farcito e gratinato al forno

La foca monaca è tra i mammiferi marini più minacciati al mondo: si stima che ne restino in natura meno di 700 esemplari. Nel Mediterraneo, è stata oggetto di costante ostilità da parte dell’uomo e in particolare dei pescatori che, in passato, vedevano in lei un acerrimo competitore. Ciò ha favorito l’attuale comportamento estremamente schivo e diffidente di questa specie.

Un tempo veniva cacciata anche per le pelli e il grasso, che veniva trasformato in olio. In tutto il Mediterraneo è molto rara e in declino numerico anche a causa del disturbo da parte del turismo nei siti di riproduzione, soprattutto con le imbarcazioni da diporto.

LEGGI ANCHE >>>>>> Ponte di Rama tra mistero e verità scientifica

In alcune aree resta il problema della persecuzione con uccisione illegale e la cattura accidentale con le reti da pesca (bycatch). Anche per questa rara specie di mammifero marino, il problema dell’inquinamento del Mediterraneo e la diffusione delle plastiche rappresenta un ulteriore problema per la sopravvivenza. 

La biodiversità del Mediterraneo è al centro da anni dei programmi di conservazione del WWF, sia attraverso l’azione del WWF Italia, sia con l’ufficio di Programma per il Mediterraneo del WWF Internazionale (MedPO). Il nostro impegno si attua anche attraverso la promozione della pesca sostenibile per ridurre le catture accidentali (bycatch) e la lotta alle forme di inquinamento marino, prima tra tutti quello della plastica.

Fonte: wwf.it

Foto di Jade_Palace da Pixabay

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *