Ponte di Rama tra mistero e verità scientifica

Ponte di Rama tra mistero e verità scientifica. Nello stretto di Palk, Oceano Indiano, si trova una particolare conformazione geografica, chiaramente visibile solo da una vista aerea, che attraversa lo stretto di Palk, cioè il mare, e unisce l’India meridionale con lo Sri Lanka. Questa conformazione è chiamata Ram Setu, Rāma’s Bridge, Adam’s Bridge, Nala Setu e Setu Banda. Ognuno dei suoi nomi la collega a una storia diversa che accompagna credenze differenti, religiose e scientifiche.

Gli indu credono che si tratti del ponte di cui si parla nel grande poema epico di Vālmīki, il Rāmāyaṇa (VI-III secolo a.C.), che racconta le gesta di Lord Rāma, avatar del dio Vishnu e principe ereditario del regno dei Kosala. Il nome Adam’s Bridge deriva invece da alcuni antichi testi islamici che si riferiscono al Adam’s Peak in Sri Lanka, un picco dove si suppone che Adamo, espulso dal giardino dell’Eden dopo aver mangiato il frutto proibito, sia caduto sulla terra; egli avrebbe cercato di raggiungere l’India attraverso il ponte (naturale) che oggi porta il suo nome.

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Il più comune, Ram Setu o Ponte di Rama, è legato al poema epico induista, Ramayana, dove viene narrato che Rama, avatar del dio Vishnu sulla Terra, inseguì il demone Ravana che aveva rapito e imprigionato sua moglie Sita in Sri Lanka. Una volta arrivato al mare, però, egli dovette chiedere l’aiuto del dio dell’oceano Varuna e questi suggerì di far costruire da un suo varana (scimmia divina) ingegnere un ponte che potesse attraversare le acque dall’India fino allo Sri Lanka. Per cinque giorni, tutti i varana di Rama gettarono tronchi di alberi e massi in mare e realizzarono così un ponte che permise al principe di raggiungere e, in seguito, uccidere in duello Ravana e liberare la moglie.

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Per la scienza si tratta invece di un ponte naturale antichissimo (ma non c’è univocità sull’epoca di formazione) costituito naturalmente da secche calcaree e barriere coralline. Per alcuni le rocce avrebbero 7.000 anni e il banco di sabbia inferiore costituitosi successivamente, 4.000 anni. Quel che è certo è che esso è da sempre un ostacolo alla navigazione attraverso lo stretto di Palk, perché le navi più grandi provenienti da ovest, per raggiungere l’India orientale, hanno sempre dovuto circumnavigare lo Sri Lanka.

Per lungo tempo si è ritenuto che questo lembo di terra fosse una formazione naturale, tuttavia, immagini satellitari scattate dalla NASA all’inizio del 2003, mostrano che la curiosa conformazione nello stretto è molto più simile ad un lungo ponte distrutto, ormai sommerso dall’oceano con alcune parti asciutte e altre sommerse da 1 a 10 mt. di acqua.

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Secondo fonti storiche, intorno al XV secolo la striscia di terra era ancora praticabile a piedi, almeno fino al 1480 quando fu definitivamente distrutta da un ciclone.

Anche oggi, in particolari condizioni di marea, è possibile percorrere tratti di terra emersa e celebrare riti religiosi.

Fonte: archeoworld.com

Foto di falauniversidades.com

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