Giuseppe Meazza fuoriclasse del calcio si spegne il 21 agosto 1979

Giuseppe Meazza fuoriclasse del calcio si spegne il 21 agosto 1979. Ricordato oggi dai più giovani soprattutto grazie allo stadio milanese che porta il suo nome, Giuseppe Meazza è stato un autentico campione, uno dei calciatori più amati del primo dopoguerra. Nato il 23 agosto 1910 a Milano, veste la sua prima maglia nerazzurra a quattordici anni, dopo aver conquistato il tesseramento nerazzurro a seguito di un provino particolarmente felice con le squadre giovanili.

Era il lontano 1924 e il piccolo Giuseppe Meazza, dopo aver perso il padre all’età di sette anni durante i tragici combattimenti della prima guerra mondiale, viveva con la madre, venditrice di frutta al mercato di Milano. Ovvio che il calcio e il suo mondo, anche se ancora lontano dagli eccessi divistici e miliardari di oggi, rappresentasse una grande speranza di riscatto. E bastava vedere palleggiare “il Peppe” per capire che quel ragazzino di strada, fra le due porte, ne avrebbe fatta parecchia.

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Nel 1927, ancora in calzoni corti, Meazza gioca con la prima squadra nel torneo Volta di Como, ma Gipo Viani, centromediano di quell’Ambrosiana-Inter, nel vederlo afferma: “la prima squadra sta diventando la rappresentativa dell’asilo“. Durante il torneo Viani non può che rimangiarsi le parole: l’esordio per il giovanissimo Meazza è da favola. Segna due gol e regala la Coppa Volta alla propria squadra. Nel 1929 il grande campione milanese disputa il primo campionato di seria A; con l’Ambrosiana-Inter, gioca 33 partite su 34, vince lo scudetto 1929/30 e la classifica dei cannonieri, segnando ben 31 gol.

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È il 9 febbraio 1930 quando a Roma esordisce in Nazionale: segna 2 gol alla Svizzera e l’Italia vince per 4 a 2. Meazza riceve la vera e propria consacrazione il giorno 11 maggio di quel 1930, quando a Budapest la compagine azzurra umilia la grande Ungheria con un sonoro 5 a 0: tre di quei gol sono realizzati proprio da quel ventenne centravanti che sta diventando uno dei più grandi attaccanti della storia del pallone, un autentico fuoriclasse, mago del palleggio e della finta.

Nel 1934 Giuseppe Meazza, battendo nella finale di Roma la Cecoslovacchia per 2 a 1, è campione al Campionato Mondiale disputato in Italia.

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Con la maglia azzurra ha giocato 53 partite, segnando ben 33 gol. Il record verrà poi battuto da Gigi Riva, tuttavia gli esperti sono concordi nell’affermare che i gol di Meazza hanno avuto diverso peso e sono stati fatti mediamente contro squadre più importanti da quelle incontrate da Riva.

Nel 1936 tenne sempre alta la sua fama di fuoriclasse vincendo per la seconda volta la classifica dei cannonieri del campionato italiano con 25 gol. I suoi gol in serie A sono stati in totale ben 267.

Meazza ha concluso la sua carriera nel 1948, a 38 anni, indossando la maglia della “sua” Inter. Un record anche di longevità. Dopo la fortunata carriera da calciatore è diventato giornalista ed allenatore, ma non ha avuto lo stesso successo professionale. Ha allenato l’Inter, la Pro Patria ed altre squadre (oltre ad essere per vari decenni responsabile del settore giovanile dell’Inter), senza ottenere risultati significativi. Un merito importante l’ha però avuto anche in questo settore: nel 1949, commosso dalla storia personale di Sandro Mazzola, giovane di talento ma orfano di padre, lo convince a firmare un contratto con l’Inter, coltivandolo e facendone di fatto il suo erede naturale.

Giuseppe Meazza muore a Lissone il 21 agosto 1979, vittima di un incurabile tumore del pancreas. Pochi giorni dopo avrebbe compiuto 69 anni. A lui è stato intitolato, pochi mesi dopo, lo stadio di San Siro di Milano.

Fonte: biografieonline.it

Foto di trasnsfermarkt.it