Giuseppe Ungaretti poesia dedicata al mese di febbraio

Giuseppe Ungaretti poesia dedicata al mese di febbraio. È stato uno dei principali poeti della letteratura italiana del XX secolo. La sua poesia, inizialmente influenzata dal simbolismo francese, fu caratterizzata nei primi tempi da componimenti brevissimi, costituiti da poche parole essenziali e da analogie a volte ardite, compresi principalmente nella raccolta L’Allegria(1919); passò poi a lavori più complessi e articolati dal contenuto concettualmente difficile.

Una terza fase della sua evoluzione poetica, segnata dal dolore  per la perdita prematura del figlio, ha compreso opere meditative dall’intensa riflessione sul destino umano. Negli ultimi anni le sue poesie furono specchio della saggezza, ma anche del distacco e della tristezza dell’età avanzata. È stato inoltre considerato da alcuni critici come anticipatore dell’ermetismo.

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Quando arriva febbraio e anche nei giardini e in qualche area verde di Roma si iniziano a vedere gli alberi di mimosa in fiore, non posso non ricordare la splendida poesia di Giuseppe Ungaretti che chiude con un pensiero rivolto all’Assoluto, come molta parte dell’ultima produzione del nostro più grande poeta, un vero MAESTRO del Novecento.

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Per ciò mi piace condividere con i lettori del portaleletterario.net questi versi immortali.

FEBBRAIO

Ogni anno, mentre scopro che Febbraio
è sensitivo e, per pudore, torbido,
Con minuto fiorire, gialla irrompe
La mimosa. S’inquadra alla finestra
Di quella mia dimora d’una volta,
Di questa dove passo gli anni vecchi.

Mentre arrivo vicino al gran silenzio,
Segno sarà che niuna cosa muore
Se ne ritorna sempre l’apparenza?

Giuseppe Ungaretti

“Con minuto fiorire, gialla, irrompe la mimosa”: Giuseppe Ungaretti fotografa così l’essenza del mese di febbraio, i prodromi della primavera che incominciano a manifestarsi, a rendersi visibili: questo è febbraio, il mese breve come sospeso tra due stagioni. Ci saranno gli amenti dei noccioli e i bucaneve, il primo sbocciare di piccoli fiori, le gemme gonfie sui rami, non ancora pronte ad aprirsi, ma già presenti come una speranza di primavera. E, come Hermann Hesse, possiamo anche noi leggere nelle giornate di neve o di nebbia quei piccoli segnali della bella stagione, quel vento caldo che soffia inaspettato, quella lucertola che sbuca da un muro.

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Fonte: portaleletterario.net

Foto di Rangoni-Gianluca da Pixabay