L’abominevole uomo delle nevi, detto anche Yeti

L’abominevole uomo delle nevi, detto anche Yeti

L’abominevole uomo delle nevi, detto anche Yeti. Una leggenda alle pendici delle montagne dell’Himalaya che da secoli racconta degli incontri con questo essere misterioso, alto, peloso e molto simile a una scimmia.

Il Primo Ministro Gabriel Attal: il primo dichiaratamente gay della Quinta Repubblica Francese

La leggenda dello Yeti o abominevole uomo delle nevi, oltre ad avere origini antiche si mescola con le credenze popolari, religiose e culturali della popolazione himalayana.

Il suo nome deriva dalla parola tibetana “meti” che significa orso e in particolare fa riferimento a un orso bruno che vive in quelle particolari zone dell’Himalaya. Mentre per gli sherpa – i pastori che fanno da guida nelle spedizioni sulle montagne dell’Himalaya – lo yeti “dred-po” (uomo selvaggio) è una creatura sacra che ha il compito di proteggere le montagne e i loro segreti.

Impanata di pollo

E come ogni leggenda anche quella dello Yeti ha attirato l’attenzione degli occidentali dal XIX Secolo, quando diversi esploratori e scalatori riferirono di aver visto e anche trovato tracce di una misteriosa creatura delle nevi.

La prova più celebre è quella del maggiore inglese L. A. Waddel che nel 1899 scoprì delle sproporzionate impronte di piedi nel Sikkin. Mentre nel 1951, gli scalatori inglesi Eric Shipton e Michael Ward fotografarono delle impronte umanoide: lunghe 30 centimetri e larghe 20 centimetri.

E le prove scientifiche che dimostrerebbero la reale esistenza dello Yeti? Nel corso del tempo sono stati recuperati diversi reperti che sono stati attribuiti allo Yeti come ad esempio come ossa, pelli, scalpi e capelli. Reperti sottoposti a rigorose analisi genetiche che hanno dimostrato che si trattavano di resti di animali come orsi, cani o capre.

Chiromanzia, l’antica arte mistica della lettura della mano

E nel 2017 sulla rivista Proceedings of the Royal Society B fu pubblicato uno studio su 24 campioni di materiale organico associato allo Yeti e 23 sono risultati appartenere all’orso bruno tibetano e all’orso nero asiatico. Mentre solo uno – più precisamente un dente – è risultato appartenere a un essere umano.

In conclusione, possiamo dire che la leggenda dello Yeti non ha fondamento scientifico, ma è frutto della fantasia e della tradizione popolare. Tuttavia, questo non significa che lo yeti debba essere dimenticato o ridicolizzato. Al contrario, lo yeti rappresenta un simbolo della ricchezza culturale e naturale dell’Himalaya, che va rispettata e preservata. Lo yeti è anche un invito a esplorare e a sognare, a non smettere di cercare il mistero e la bellezza del mondo.