Mandragora pianta magica associata alla magia e alla morte

Mandragora pianta magica associata alla magia e alla morte. La mandragora ha diverse proprietà: ha potere narcotico e sedativo, favorisce quindi il sonno e aiuta anche a calmare la tosse, ha capacità analgesica e riduce il dolore. Infine ha anche benefici nella sfera sessuale: secondo gli studi antiche aumenterebbe il desiderio e aiuterebbe anche a combattere l’impotenza.

Si sottolinea comunque che la mandragora è una pianta tossica, un tempo utilizzata come analgesico, allucinogeno, sedativo e afrodisiaco. Da sempre accompagna da superstizioni e considerata magica, la mandragora oggi non è più utilizzata in campo medico e fitoterapico a causa della sua elevata tossicità.

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Da sempre considerata una pianta magica, la mandragora la raccolta della mandragora è tradizionalmente legata a superstizioni e associata alla morte.

Oggi la mandragora non è più utilizzata né in campo medico né a scopo fitoterapico a causa della sua elevata tossicità.

I composti responsabili degli effetti della mandragora sono gli alcalodi tropanici presenti in tutte le parti della pianta, soprattutto nel rizoma. I soggetti maggiormente a rischio sono bambini, anziani, persone con patologie pregresse, ma il consumo di mandragora resta pericoloso per chiunque.

L’ingestione della radice di mandragora provoca un’intossicazione che causa dolori gastrointestinali, vomito e tachicardia.

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Oltre una certa quantità, il consumo di mandragora può portare ad allucinazioni visive e uditive, convulsioni, perdita di memoria ed eccitazione sessuale. Nei casi più gravi l’intossicazione può portare al coma a alla morte.

Miti e leggende della mandrogora

Secondo le leggende sulla mandragora, ben investigate addirittura dalla letteratura scientifica, la pianta si sarebbe sviluppata da gocce di sperma o urina di un condannato a morte. Per questo motivo, un tempo si credeva che se una persona avesse estirpato la radice di mandragora, sarebbe impazzita e morta a causa delle urla della emesse dalla pianta e provenienti dallo spirito maligno dell’impiccato. 

Per evitarlo, la radice poteva essere raccolta solo rispettando un particolare rituale che prevedeva una procedura molto rigida. Per prima cosa occorreva disegnare tre cerchi attorno alla pianta, utilizzando una spada di ferro o un ramo di salice. 

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La terra andava poi ammorbidita con l’urina di una donna e la radice poteva successivamente essere estirpata da una vergine. In alternativa, la raccolta poteva essere effettuata da un cane nero, il venerdì al crepuscolo. 

Il raccoglitore, accompagnato dal cane affamato, doveva sempre ammorbidire la terra con urina femminile, poi procedeva a legare la pianta alla coda o al collo dell’animale. 

Sistemano del cibo lontano dalla pianta, il cane affamato avrebbe estirpato la pianta: l’urlo emanato dalla mandragora avrebbe poi ucciso il cane ma risparmiato il raccoglitore. 

Secondo altre leggende, la radice di mandragora doveva essere raccolta entro il settimo anno di età, per evitare che dal rizoma della pianta nascesse un embrione umano. Dopo la raccolta, la radice di mandragora andava purificata lavandola nel vino rosso e avvolgendola in una stola di seta bianca e rossa.

Dopo la raccolta, la radice doveva poi essere nutrita con sperma e sangue per aumentarne le proprietà afrodisiache. 

Fonte: cure-naturali.it

Foto di eriktk da Pixabay