‘Mario’ e Fabio Ridolfi prigionieri dello Stato: Serve l’eutanasia legalizzata

‘Mario’ e Fabio Ridolfi prigionieri dello Stato: Serve l’eutanasia legalizzata

Mario’ e Fabio Ridolfi prigionieri dello Stato: Serve l’eutanasia legalizzata. Storie drammatiche quelle di ‘Mario’ e Fabio che hanno per filo conduttore il fine vita e l’ipocrisia delle istituzioni e della politica.

La prima vicenda riguarda Fabio Ridolfi (46 anni) di Fermignano e da 18 anni immobilizzato a letto a causa di tetraparesi. Negli ultimi mesi, le sofferenze sono diventate insopportabili è così ha fatto richiesta per il suicidio assistito, purtroppo lo Stato l’ha completamente ignorato, nonostante abbia superato i target per andarsene con dignità e senza altra sofferenza.

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Alla fine, Fabio si è visto costretto a scegliere la sedazione profonda e continua fino al decesso. E l’ha comunicato lui stesso: ‹‹ Da due mesi la mia sofferenza è stata riconosciuta come insopportabile. Ho tutte le condizioni per essere aiutato a morire. Ma lo Stato mi ignora. A questo punto scelgo la sedazione profonda e continua anche se prolunga lo strazio per chi mi vuole bene››.

In suo aiuto l’Associazione Carlo Coscioni che tramite l’avvocato Filomena Gallo, Segretario nazionale dell’Associazione Luca Coscioni e coordinatrice del collegio difensivo di Fabio Ridolfi (composto anche dagli avvocati Francesca Re, Massimo Clara, Rocco Berardo, Francesco Di Paola, Angioletto Calandrini e Giordano Gagliardini) e Marco Cappato, Tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni ha dichiarato: ‹‹ Fabio aveva un diritto, quello di poter scegliere l’aiuto medico alla morte volontaria, legalmente esercitabile sulla base della sentenza 242/2019 della Corte Costituzionale (Cappato\DJ Fabo). Un diritto che gli è stato negato a causa dei continui ritardi e dell’ostruzionismo di uno Stato che, pur affermando che ha tutti i requisiti previsti dal giudicato costituzionale e riconoscendo che le sue sofferenze sono insopportabili, gli impedisce di dire basta. Fabio merita rispetto e non di essere ignorato da uno Stato che crudelmente lo costringe a una sofferenza continua e non garantisce la sua scelta legalmente attuabile››.

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Mario’ (nome di fantasia) invece, 44 anni e completamente paralizzato da 12 anni per un incidente stradale sarà il primo a scegliere in maniera legale il suicidio medicalmente assistito nel nostro paese. Però anche se lo Stato ha dato il suo via libera ma non si è fatto carico delle spese per la semplice ragione che manca una Legge. Una Legge che il Parlamento non ha nessuna intenzione di approvare, sopratutto dopo la bocciatura del referendum sull’eutanasia. E stiamo parlando di una cifra di circa 5mila euro. Quindi una cifra importante che la maggiore parte dei cittadini non si può permettere. Fortunatamente l’Associazione Cascioni ha organizzato una raccolta fondi che in sole 3 ore ha raccolto circa 16mila euro!

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Un chiaro segnale – come quello delle firme per il referendum sull’eutanasia – che dimostra ancora una volta di cosa vogliono realmente i cittadini italiani e della distanza abissale tra loro e la politica nazionale. I cittadini italiani vogliono una Legge sull’eutanasia! I cittadini pretendono di decidere sul proprio fine vita.


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