Paul Verlaine principe dei poeti maledetti si spegne l’8 gennaio 1896

David Thewlis e Leonardo DiCaprio nel ruolo di Verlaine e Rimbaud nel film Poeti dall’inferno (1995)

Paul Verlaine principe dei poeti si spegne l’8 gennaio 1896. Verlaine, che con la propria opera ha inaugurato lo stile decadentista di fine secolo, sembra realizzare il sogno di ogni poeta: esprimere l’indicibile dell’umanità attraverso una poesia senza tempo. Giocare con la sonorità delle parole, con la loro ambiguità e ambivalenza per dare forma all’inesprimibile, all’indicibile, a quel sofferto che si cela nel più profondo della nostra anima. Quel “vago ed indefinito” che Leopardi celebrava qualche anno prima sognando “interminati spazi” al di là della sua siepe e della realtà visibile.

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Nel 1894 viene incoronato “principe dei poeti” e gli viene elargita una pensione. Paul Verlaine muore a Parigi il giorno 8 gennaio 1896, a soli 52 anni, consumato dall’alcol e dal dolore.

All’indomani del suo funerale diversi quotidiani riportano un fatto curioso: la notte seguente delle esequie, la statua della Poesia, in cima all’Opéra, perde un braccio che, con la lira che sosteneva, va a schiantarsi nel luogo dove il carro funebre di Verlaine era da poco passato.

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La sua vita tumultuosa, ma soprattutto le sue passioni sfrenate con l’amico, amante e poeta Arthur Rimbaud hanno determinato la separazione dalla moglie e sono protagoniste del suo acuire in sensibilità e riversare nei versi più drammatici le sue esperienze d’amore e di vita non sempre positive, portandolo a una fine veramente triste e in miseria.

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I suoi versi erano e sono talmente melodiosi che compositori come Gabriel Faure e Claude Debussy ne hanno fatto delle musiche immortali e riportiamo un componimento di Verlaine tra i più celebri ”Il pleure dans mon coeur…”, versi che esprimono con molta semplicità i vari stati d’animo dell’essere umano:

Piange nel mio cuore
Come piove sulla città.
Cos’è questo languore
Che penetra il mio cuore?

O dolce brusio della pioggia
A terra e sopra i tetti!
Per un cuore che si annoia
Oh il canto della pioggia!

Piange senza ragione
In questo cuore che si accora.
Cosa! Nessun tradimento?
Questo dolore è senza ragione.

È certo la peggiore pena
Di non sapere perché
Senza amore e senza odio
Il mio cuore ha tanta pena.

Paul Verlaine

Fonte: Biografieonline

Foto di Marie Claire