San Francesco di Sales vescovo riformista muore il 28 dicembre 1622

San Francesco di Sales vescovo riformista muore il 28 dicembre 1622. Quando si fa il capolavoro della propria vita lasciando un’orma nella storia, come ha fatto questo vescovo riformista, San Francesco di Sales, si ha il dovere di commemorarne la memoria e ripercorrere la sua biografia rendendogli omaggio e onore.

Tratto da Biografieonline si replica la sua biografia: San Francesco di Sales, considerato come il padre della spiritualità moderna, ha avuto il merito d’influenzare le maggiori figure non solo del “grand siècle” francese, ma anche di tutto il Seicento europeo, riuscendo a convertire al cattolicesimo persino alcuni esponenti del calvinismo.

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Nato nel castello di Thorens nel 1567, in Savoia (Francia), da una famiglia di antica nobiltà, Francois ricevette un’accurata educazione, coronata dagli studi universitari di giurisprudenza a Parigi e a Padova. Ma proprio nel corso della sua frequentazione accademica divennero preminenti i suoi interessi teologici, fino alla scelta della vocazione sacerdotale.

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Spinto da un enorme desiderio di salvaguardare la cristianità, mentre imperversava la Riforma portata avanti da Calvino e dai suoi seguaci, Francois (nome da noi italianizzato in Francesco), chiese udienza al vescovo di Ginevra, affinché lo destinasse a quella città, appunto il simbolo supremo del calvinismo e massima sede dei riformatori. Una volta insediatosi a Ginevra, non si fece remore a discutere di teologia con i protestanti, desideroso di recuperare quante più “anime” possibili alla Chiesa e soprattutto alla causa di Cristo da lui ritenuta genuina. Inoltre, il suo pensiero costante era rivolto alla condizione dei laici, preoccupandosi di sviluppare una predicazione e un modello di vita cristiana che fosse alla portata anche delle persone comuni, quelle cioè immerse nella vita difficile di tutti i giorni.

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Proverbiali i suoi insegnamenti pervasi di comprensione e di dolcezza, permeati dalla ferma convinzione che a supporto delle azioni umane vi fosse sempre la presenza di Dio. Non per nulla, molti dei suoi insegnamenti sono intrisi di misticismo e di nobile elevazione spirituale. L’Enciclopedia Garzanti della Letteratura lo definisce: “elegante predicatore e prosatore alieno dai toni aspri, abile nell’intrecciare immagini e idee”.

Grazie ai suoi enormi sforzi e ai grandi successi ottenuti in termini pastorali, divenne a sua volta vescovo di Ginevra. La città nel suo complesso, comunque, rimanese in mano ai riformati. Nel corso della sua missione di predicatore, conobbe a Digione Giovanna Francesca Frèmiot de Chantal, e dalla devota corrispondenza con la nobil donna doveva scaturire la fondazione dell'”Ordine della Visitazione”.

Morto a Lione il 28 dicembre 1622, venne dichiarato santo nel 1665 e successivamente proclamato dottore della Chiesa nel 1877, nonché patrono dei giornalisti cattolici nel 1923. È inoltre fondamentale ricordare che al suo nome si ispira la confraternita dei Padri Salesiani, fondati da quell’altro grandissimo santo che fu Don Giovanni Bosco.

L’attenzione dei Salesiani è più che altro rivolta alla crescita e all’educazione delle giovani generazioni, con un’attenzione particolare alla cura dei figli delle classi meno abbienti (come i famosi Oratori di Don Bosco hanno insegnato per primi).

Fonte: Biografieonline

Foto dell’Oratorio di San Filippo