San Gennaro decapitato il 19 settembre 305 vescovo, martire e santo

San Gennaro decapitato il 19 settembre 305 vescovo, martire e santo. Ricorre l’anniversario della morte di questo Santo, delle città di Napoli, Pozzuoli (in provincia di Napoli), Notaresco (in provincia di Teramo) e Folignano (in provincia di Ascoli Piceno) e per onorare il suo martirio e la sua memoria rileviamo la sua biografia da Biografieonline come è giusto sia.

Da Biografieonline: ”Celebrato il 19 settembre, San Gennaro è il protettore degli orafi (visto il busto reliquiario a lui dedicato, esempio eccellente dell’arte orafa francese) e dei donatori di sangue (a causa della leggenda riguardante lo scioglimento del suo sangue). 

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San Gennaro nasce il 21 aprile dell’anno 272 a Benevento, città in cui diventerà vescovo. Vari sono gli eventi miracolosi che contraddistinguono la sua esistenza: un giorno, diretto a Nola per incontrare Timoteo, perfido giudice, viene sorpreso a fare proselitismo. Incarcerato e torturato, resiste alle torture e viene per questo buttato all’interno di una fornace a fuoco. Anche in questo caso, però, Gennaro rimane illeso: esce dalla fornace ancora con le vesti intatte, mentre le fiamme prendono piede e investono i pagani giunti ad assistere al supplizio.

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In seguito, Timoteo si ammala e viene guarito da Gennaro. A portare alla consacrazione del santo è un episodio verificatosi nei primi anni del IV secolo, mentre va in scena la persecuzione nei confronti dei cristiani voluta dall’imperatore Diocleziano.

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A quel tempo già vescovo di Benevento, Gennaro si reca a Pozzuoli, in visita ai fedeli, insieme con il diacono Festo e il lettore Desiderio. Accade, però, che venga arrestato per ordine del governatore della Campania Dragonzio il diacono di Miseno Sossio, che si stava dirigendo a sua volta verso la visita pastorale. Con Desiderio e Festo, Gennaro va a far visita al prigioniero, ma dopo aver fatto professione di fede cristiana e aver intercesso per la liberazione dell’amico, viene arrestato e condannato da Dragonzio: dovrà essere sbranato nell’anfiteatro di Pozzuoli dai leoni.

Il giorno dopo, però, il supplizio viene sospeso a causa dell’assenza del governatore; un’altra versione dei fatti, tuttavia, parla di un miracolo: le bestie, dopo una benedizione di Gennaro, si sarebbero inginocchiate davanti ai condannati, facendo sì che il supplizio mutasse.

Dragonzio, in ogni caso, ordina la decapitazione di Gennaro e dei suoi compagni. Questi vengono quindi condotti vicino al Forum Vulcani, e subiscono il taglio della testa. È il 19 settembre dell’anno 305.

Mentre si avviano in direzione del luogo in cui avverrà l’esecuzione, vicino alla Solfatara, Gennaro viene avvicinato da un mendicante che gli chiede un pezzo del suo abito, in modo che possa tenerlo come reliquia: il vescovo gli risponde che potrà prendere, dopo l’esecuzione, il fazzoletto con il quale verrà bendato. Nel momento in cui il carnefice si appresta ad assestare il corpo, Gennaro avvicina un dito al fazzoletto per sistemarlo attorno alla gola: quando la scure cala, recide anche il dito.

La tradizione vuole che dopo la decapitazione, il sangue di Gennaro sia stato conservato, come abitudine in quell’epoca, dopo essere stato raccolto da Eusebia; la pia donna lo racchiuse in due ampolle, da allora diventate un attributo caratteristico dell’iconografia di San Gennaro.

Le due ampolle oggi si trovano nella Cappella del Tesoro di San Gennaro, dietro l’altare, dentro una teca rotonda di piccole dimensioni: una delle due si presenta quasi completamente vuota, in quanto il suo contenuto fu in parte rubato da Carlo III di Borbone, che ai tempi della sua monarchia lo portò in Spagna con sé.

Il miracolo dello scioglimento del sangue di San Gennaro si verifica tre volte all’anno: a maggio, settembre e dicembre.

Il Vesuvio eruttò nel 1631, in coincidenza di una manifestazione religiosa in cui le reliquie del santo furono portate in processione ed esposte di fronte al vulcano attivo. La credenza popolare considera la figura di Gennaro fondamentale nell’arresto di quella eruzione.

Riguardo al periodico fenomeno della liquefazione del sangue c’è un’ipotesi formulata dal CICAP (Comitato italiano per il controllo delle affermazioni sulle pseudoscienze): il sangue sarebbe una sostanza capace di sciogliersi sotto sollecitazione meccanica.

Fonte: Biografieonline

Foto di Vivere Napoli