Sindbad il marinaio favola delle Mille e una notte

Sindbad il marinaio favola delle Mille e una notte. Alla fine della cinquecentotrentaseiesima notte, Sharāzād narra l’ambientazione dei racconti di Sindban il marinaio (o Sindibàd): ai tempi diHarun al-Rashid , califfo di Baghdad un nullatenente facchino (un uomo che trasporta dei beni per conto altrui al mercato e in città) si ferma su una panca a riposare fuori del cancello della villa di un ricco mercante e si lamenta con Allah dell’ingiustizia del mondo, dove i ricchi vivono tra gli agi mentre egli deve lavorare duramente e nonostante ciò rimanere povero.

Il padrone della casa ode le lamentele del facchino e lo manda a chiamare. Si scopre, inaspettatamente, che entrambi si chiamano Sindbad; quello ricco riferisce a quello povero che egli divenne ricco grazie alla fortuna e al favore del destino, nel corso di sette meravigliosi viaggi, che inizia così a narrare.

Nel primo viaggio, Sindbad con la sua nave giunge su un’isola, in realtà un grosso pesce mostruoso che distrugge l’intero equipaggio, risparmiando però il capitano. Sindbad si salverà grazie alla benevolenza del re di un’isola lì vicino. Nel secondo viaggio l’eroe sbarca su un’isola dominata da serpenti e avvoltoi giganti sul quale suolo spuntano una miriade di diamanti grossi come noci di cocco. Fattosi portare su un nido, ne ruberà decine per riportarli a Baghdad. Nel terzo, Sindbad, catturato da un orco da un occhio solo (molto simile al Polifemo dell'”Odissea”) e riuscito a scappare accecandolo con un tronco infiammato, viene sorpreso dall’arrivo di un serpente gigante, e riesce a salvarsi solo costruendosi intorno una grande gabbia impenetrabile e venendo poi recuperato dall’equipaggio di una nave di passaggio.

Nel quarto viaggio, Sindbad approda dalla Persia su una terra abitata da cannibali, i quali lo catturano assieme ai compagni per farlo ingrassare affinché fosse ben panciuto per essere cotto e mangiato, ma questi fa di tutto per restare magro e così riesce a fuggire. Successivamente l’eroe giunge su un’isola governata da un re il quale fa calare in una tomba sia il defunto che la persona ancora in vita di una coppia sposata. Sindbad viene calato assieme al corpo della moglie sposata, morta per malattia, e si salva solo uccidendo nella fossa le persone calate ancora vive con i morti, alle quali era stato dato da bere e da mangiare per sette giorni. Nel quinto viaggio, il mercante approda su un’isola abitata da uccelli giganti rapaci. I compagni distruggono un uovo di enormi dimensioni e ne mangiano

il contenuto, causando le ire dei genitori che li sterminano tutti. Rimasto solo, Sindbad approda su un’altra terra dove vive un vecchio che, essendo in realtà fortissimo, lo costringe a divenire suo schiavo. Sindbad si salverà facendolo ubriacare per ucciderlo e poi baratterà le noci di cocco locali con delle spezie per tornare a Baghdad. Nel sesto, Sindbad si schianta su una montagna composta da vari minerali quali rubino, zeffiro, cristallo e topazio e, navigando, scaverà delle incisioni per rubare un po’ di quel materiale per scambiarlo a Baghdad; nel settimo e ultimo approda in un’isola per ordine del califfo dove abbondano gli elefanti. Uccidendo molti di questi animali, Sindbad ruberà le zanne d’avorio dalle carcasse e li commercerà a Baghdad diventando ricchissimo.

Fonte: it.wikipedia.org

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