26 settembre 1944 Eccidio Bassano del Grappa per non dimenticare

26 settembre 1944 Eccidio Bassano del Grappa per non dimenticare. L’operazione Piave  fu un’operazione ordinata dall’alto comando tedesco in Italia nel settembre 1944 per eliminare le formazioni partigiane operative sul massiccio del Monte Grappa. Tale operazione ebbe il suo apice il 26 settembre 1944, quando nel corso centrale di Bassano del Grappa furono impiccate 31 persone.

LEGGI ANCHE >>>> Uva caramellata come farne dei spiedini

Queste orribili uccisioni furono opera di un inganno operato da Obersturmfuhrer Herbert Andorfer che escogitò un piano basato su un inganno. Affiggendo avvisi sulle mura dei vari paesi, promise alla popolazione che chi si fosse presentato spontaneamente avrebbe ottenuto un posto di lavoro all’organizzazione Todt oppure nella FlaK (unità della contraerea adibita anche al ripristino delle piste bombardate), salvando così la vita. Grazie a questo ingegnoso tranello, Andorfer venne aiutato indirettamente dalle varie personalità dei vari paesi, come i maestri, i sindaci i sacerdoti e persino le madri stesse che insistettero perché i propri figli si presentassero.

LEGGI ANCHE >>> Crema Baileys come utilizzarlo al meglio

Il 26 settembre però, accompagnati su camion dai soldati tedeschi fino a Bassano, coloro che si erano presentati andarono incontro a un’esecuzione di massa: ognuno di essi, dopo avergli effettuato un’iniezione per stordirlo un po’, fu impiccato a un albero utilizzando un cavo telefonico collegato al camion. All’ordine di Tausch il camion avanzava tirando il cavo, dopodiché veniva il turno di un altro, impiccato sempre con lo stesso cavo all’albero successivo. 

LEGGI ANCHE >>>> Keanu Reeves ne parla con entusiasmo Johs Jorowitz

Fino alla trentunesima vittima il procedimento venne sistematicamente eseguito, alla presenza di numerosa popolazione. I cavi erano infilati da fascisti appartenenti alla vecchia Avanguardia (le cosiddette “Fiamme bianche”) in gran parte giovanissimi, mentre Tausch coordinava il tutto. Le vittime che non decedevano subito, venivano tirate in giù dagli stessi Avanguardisti, in modo da affrettarne il decesso, in una sorta di colpo di grazia. Venne dato l’ordine di lasciare i corpi oramai inermi lì esposti per altri quattro giorni, con ciascuno un cartello appeso al collo con la dicitura “Bandito”, ma vi rimasero per circa 20 ore.

Ancor oggi quegli alberi sono ancora lì, gli stessi di allora; su ognuno compare una targa per commemorare chi perse la vita. La memoria deve restare per sempre, perché simili atrocità non si ripetano più.

Fonte: Wikipedia

Foto di Vicenza Today