Angeli del fango eroi silenziosi e volontari per passione

Angeli del fango eroi silenziosi volontari per passione. Sono ragazzi e ragazze che arrivano da tutto il mondo quando una emergenza si fa più urgente per un cataclisma che ha sconvolto una città, un paese, vedi l’alluvione in Emilia Romagna, terrificante che ha lasciati sgomenti e pietrificati, ragazzi e ragazze che prendono una pala in mano e silenziosamente cominciano pulire il fango dalle strade, dalle case, eroi non pagati eppure danno l’anima per la solidarietà, angeli del fango dall’anima limpida che credono nell’essere umano e credono sinceramente, dimostrandolo, che la solidarietà non è un valore campato per aria ma presente e vivo!

Gli angeli del fango erano un folto gruppo di volontari, tra cui molti giovani, studenti e gente comune, provenienti da tutto il mondo, che dopo la devastante alluvione di Firenze, avvenuta il 4 novembre 1966, si diede appuntamento in città per salvare da acqua e fango il più grande numero di opere d’arte possibile.

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All’alba del 4 novembre 1966, dopo giorni di piogge ininterrotte, l’Arno ruppe gli argini a Firenze. In poco tempo la piena si riversò per le strade, invadendo il centro storico. In poche ore raggiunse la basilica di Santa Croce e Piazza del Duomo, dove il livello dell’acqua arrivò a un picco di quasi 5 metri. Durante l’alluvione la città fu invasa da 250 milioni di metri cubi d’acqua e 600mila di fango. Uno scenario apocalittico che metteva in pericolo non solo i cittadini, ma anche un inestimabile patrimonio artistico.

Gli abitanti della città si rimboccarono le maniche e fu mobilitato persino l’esercito. Ma i tesori d’arte in pericolo erano troppi: il fango metteva a rischio dipinti, affreschi, manoscritti, sculture… A quel punto, nella tragedia, accadde qualcosa di straordinario. Moltissime persone, giovani e meno giovani, si misero in viaggio dall’Italia e da tutto il mondo. In città arrivarono migliaia di volontari per tentare di salvare il patrimonio artistico fiorentino.

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Una catastrofe che sfociò in un grande movimento di solidarietà. All’epoca in Italia non era ancora stata istituita la Protezione Civile e la risposta spontanea dei volontari fu sorprendente: italiani, francesi, tedeschi, inglesi, americani per settimane lavorarono, con gli stivali di gomma e immersi nel fango, per portare all’asciutto opere d’arte, codici miniati e libri. Vennero battezzati “angeli del fango”: senza di loro molti capolavori dei nostri sarebbero andati perduti.

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A loro va tutta la nostra ammirazione per la determinazione, il coraggio, l’energia che questi angeli del fango mettono nel loro duro volontariato, a loro va il nostro ringraziamento più sentito per la loro solidarietà verso i disperati che tutto hanno perso ma guardando verso questo giovani ritrovano la forza di lottare e rialzarsi dalle tragedie che Madre Natura ci fa pagare per il nostro egoismo, stringiamo le mani a questi eroi silenziosi del fango, abbracciamoli per il loro grande cuore!

Fonte: Focus

Foto di Famiglia Cristiana