Aprile 2023 poesia di Luigi Pirandello poesia di Ada Negri

Aprile 2023 poesia di Luigi Pirandello poesia di Ada Negri. Secondo alcune interpretazioni, il nome deriva dall’etrusco Apro, a sua volta dal greco Afrodite, dea dell’amore, a cui era dedicato il mese di aprile. Secondo altre teorie, il nome deriva invece dal latino aperire (aprire) per indicare il mese in cui si “schiudono” piante e fiori. Le traduzioni in inglese, “April” e in francese “Avril”, sono usate come nome proprio di persona.

Abbiamo scelto due poesie per cantare il mese di aprile, la prima è di Luigi Pirandello (1867-1936) intitolata ”Pioggia di Aprile”, la secondo è di Ada Negri (1870-1945) intitolata ”Pensiero d’Aprile”.

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”Pioggia di Aprile”

Attoniti, dai nidi
nuovi, sui vecchi tetti
guardano gli uccelletti.

Mettendo acuti gridi,
cadere l’invocata
pioggia di mezzo aprile.

Tu dietro la vetrata,
dalla finestra bassa
come lor guardi e ridi.

È nuvola che passa.

LUIGI PIRANDELLO

La pioggia d’aprile arriva per scrosci improvvisi, senza avvertire, preannunciata soltanto da un lieve adombrarsi del cielo. È fulminea e rapida, fende la terra come una spada, e dopo aver ripulito il mondo scorrendo in un fiume d’acqua impetuoso se ne va, così com’è venuta. Per queste sue caratteristiche peculiari ed evocative la pioggia d’aprile da sempre affascina i poeti che colgono nel suo manifestarsi un’intricata rete di metafore sottintese. È una pioggia implacabile e feroce che sembra portare redenzione e lavare le impurità della terra, spazzando via ogni male per permettere ai germogli, radicati nel profondo del suolo, di rifiorire.

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‘Pensiero d’Aprile”

Eppure è bella, anima mia, la vita:
non fosse che pei giorni in cui le foglie
giocano a quale per la prima spunti sui rami;
e tu le vedi, così tenere e trasparenti,
che ti s’apron l’ali nel rimirarle.
Come puoi del mondo tante cose sapere,
e non sapere come fa la fogliuzza
a tornar verde entro la scorza,
ad affacciarsi,
e tutta nova ridere al sol che la richiama?
La strada lunga che t’importa,
e l’essere strappata alla speranza
che più cara ti fu,
tradita da chi più fedele credesti,
se goder sempre t’è dato di questa gioia?

E tu la sai ben certa nel giusto tempo:
ché non fu mai l’anno senza vicenda di stagioni,
e mai fu senza fronda il giovinetto aprile.

ADA NEGRI

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Nella bellezza immediata del primo verso di questa poesia, c’è già tutto. Eppure è bella, anima mia, la vita. Eppure, cosa c’è dentro questa congiunzione: quanti dolori, sconfitte, delusioni, guerre, coronavirus, speranze deluse, ne parlerà qualche verso dopo. Eppure, sembra impossibile a un uomo dirlo oggi, ma Eppure è bella, anima mia, la vita.  Ricordatelo tutte le volte che leggerete una poesia di Ada Negri: l’impossibile c’è. 

fonte dal web

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