Aquila Arpia specie vulnerabile in via di estinzione

Aquila Arpia specie vulnerabile in via di estinzione. Prende il nome dalle donne metà uccello e metà mostro della mitologia greca, è il rapace più potente, uno degli animali più forti del mondo (solleva e porta in volo tre volte il proprio peso). Può pesare fino a 9 kg. Possiede un forte becco e degli artigli che possono raggiungere i 15 cm di lunghezza. Questo animale presenta un dimorfismo sessuale che vede le femmine più grandi dei maschi: le prime possono infatti arrivare ai 100 cm di lunghezza, 200 cm di apertura alare e 9 kg di peso, mentre i secondi si assestano sui 196 cm di apertura alare e i 6 kg di peso. In virtù di questi numeri l’aquila arpia è considerata il più grande uccello vivente nell’America centrale, di poco superiore ad alcuni uccelli aquatici come i jabiru o i grandi pellicani bianchi.

L’aquila arpia presenta una caratteristica testa di colore bianco al cui vertice si trova la bizzarra cresta che corrisponde a uno dei tratti più famosi dell’animale: si tratta di piume grigie che, quando sono erette, ricordano in qualche modo delle corna. Il dorso e le ali sono di colore nero ardesia, mentre il ventre è all’opposto bianco, così come le piume interne dell’ala. La testa è separata dal petto tramite una fascia scura, solitamente di color nero: presenta un becco molto potente anch’esso di un grigio piuttosto intenso e artigli che possono arrivare a una lunghezza di 15 cm. Altra caratteristica da sottolineare è che il piumaggio è identico tra maschi e femmine, che si differenziano principalmente, come vi abbiamo indicato in precedenza, per le proprie dimensioni.

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L’aquila arpia è una superpredatrice, il che significa che sta in cima alla piramide alimentare del proprio ambiente: di cosa si nutre? La sua dieta consiste principalmente in mammiferi erbicoli come bradipi e scimmie tra cui saki, scimmie cappuccino, scimmie urlatrici, saimiri e scimmie ragno. Inoltre sono particolarmente ghiotte di altri uccelli (soprattutto i pappagalli) oltre che di rettili e di specie terresti: cervi, armadilli e molto raramente animali domestici come maialini, polli, agnelli e capre. L’aquila arpia in genere caccia sfruttando la sua vista acuta per percepire anche i movimenti più piccoli delle prede, mentre la cresta e la folta corona dirigono i suoni verso le sue orecchie.

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Dobbiamo sottolineare che l’aquila arpia è tendenzialmente un uccello solitario e lo si può trovare in compagnia soltanto in questa occasione: la sua età riproduttiva comincia intorno a 4-5 anni e si riproduce circa ogni due anni. I genitori sono entrambi addetti alla costruzione del nido dove poi la femmina depone una o due uova che si schiudono dopo 56 giorni. Può vivere fino ai 40 anni. Questi uccelli formano coppie che durano tutta la vita. Una specie superpredatrice, è rapida e abile nei suoi attacchi, caccia due volte a settimana.

Quest’animale infatti predilige le foreste pluviali non totalmente contaminate dall’uomo a un’altezza che va dai 600 m ai 2000 m. Messico, Belize, Guatemala, Honduras, Costa Rica,  Panama, Colombia, Bolivia, Perù, Ecuador, Paraguay e l’Argentina sono alcuni dei paesi dove è possibile avvistare questo esemplare, che tuttavia trova il suo territorio ideale nel Brasile: è proprio qui che solitamente ci si imbatte nell’aquila arpia più spesso essendo comune su tutta la superficie del paese A Panama, essendo un uccello nazionale, è protetta dalle istituzioni. La specie simbolo della diversità biologica dell’Ecuador è considerata una specie prossima alla minaccia di estinzione a causa delle minacce al suo habitat naturale.

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Purtroppo l’aquila arpia sta andando incontro a una progressiva riduzione dei propri esemplari diventando sempre più rara da avvistare all’interno del suo areale: questo si deve principalmente alla deforestazione intensiva che ha distrutto buona parte del suo habitat di riferimento; in aggiunta viene spesso cacciata per proteggere il bestiame degli agricoltori. Questi fattori combinati l’hanno resa una “specie vulnerabile” secondo la IUCN mentre la CITES la inserisce addirittura tra quelle minacciate di estinzione. Sono così nate diverse iniziative per sostenere questa specie e tutelare gli esemplari già esistenti attraverso monitoraggi e progetti dedicati specialmente in Brasile.

Fonte: esquire.com

Foto di programma.sorrisi.com/