Cesare Pavese poesia “You, wind of March”

Cesare Pavese poesia “You, wind of March”. Cesare Pavese è stato uno scrittore, poeta, traduttore e critico letterario italiano, tra i più influenti e rappresentativi della sua epoca. Nella lirica è la donna, Constance, che si fa personificazione del vento di marzo che sconvolge l’animo del poeta. In quei giorni, come riporta l’epistolario, Pavese era scosso da un disagio profondo. Dalle lettere traspare l’attesa del poeta della donna amata, un’attesa vana perché “lei non mi vuole subito”.

La poesia You, wind of March è quindi inequivocabilmente dedicata a Costance Dowling e in essa traspare tutto il tormento del poeta, diviso tra desiderio e lontanza, presenza e assenza. Ancora una volta troviamo significativamente il titolo in inglese e il testo in italiano, come se Pavese volesse che il suo messaggio attraverso il bilinguismo arrivasse a Costance con maggiore trasparenza.

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You, wind of March

Sei la vita e la morte.
Sei venuta di marzo
sulla terra nuda –
il tuo brivido dura.

Sangue di primavera
– anemone o nube –
il tuo passo leggero
ha violato la terra.
Ricomincia il dolore.

Il tuo passo leggero
ha riaperto il dolore.
Era fredda la terra
sotto povero cielo,
era immobile e chiusa
in un torpido sogno,
come chi piú non soffre.
Anche il gelo era dolce
dentro il cuore profondo.
Tra la vita e la morte
la speranza taceva.
Ora ha una voce e un sangue
ogni cosa che vive.
Ora la terra e il cielo sono
un brivido forte,
la speranza li torce,
li sconvolge il mattino,
li sommerge il tuo passo,
il tuo fiato d’aurora.
Sangue di primavera,
tutta la terra trema
di un antico tremore.

Hai riaperto il dolore.
Sei la vita e la morte.
Sopra la terra nuda
sei passata leggera
come rondine o nube,

il torrente del cuore
si è ridestato e irrompe
e si specchia nel cielo
e rispecchia le cose ‒
e le cose, nel cielo e nel cuore
soffrono e si contorcono
nell’attesa di te.
È il mattino, è l’aurora,
sangue di primavera,
tu hai violato la terra.
La speranza si torce,
e ti attende ti chiama.
Sei la vita e la morte.
Il tuo passo è leggero.

CESARE PAVESE

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Ancora una volta Cesare Pavese associa agli occhi della donna amata, dalla quale non è ricambiato, alla morte. Una morte che ora al lettore appare duplice: non sarà solo l’Io poetico a morire, ma Pavese stesso che pochi mesi dopo, il 27 agosto 1950, avrebbe scelto la strada del suicidio.

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L’intera lirica si regge su una trama di metafore. La donna, Constance, è il vento di marzo che dà il titolo al componimento, ma è anche il “sangue di primavera” che ha violato la terra con la promessa di un nuovo risveglio. Nella terra dormiente che è stata risvegliata dal passaggio della donna possiamo ritrovare una allegoria dello stesso Pavese che, infiammato dall’amore, attende il ritorno della donna invano.
La donna che era stata rondine e anemone ora si è come pietrificata, accostandola alla terra e alla morte il poeta vuole rimarcare il fatto che sia divenuta d’un tratto irraggiungibile.

Fonte: sololibri.net

Foto da Pixabay