Crisi Russia-Ucraina potenziale ruolo della Cina

Crisi Russia-Ucraina potenziale ruolo della Cina. Drammatiche sono le notizie che si rincorrono gtra le testate giornalistiche, dove si parla tra l’altro delle eventuali sanzioni da infliggere alla Russia se non indietreggia dai suoi intenti guerrafondai, Mario Draghi: ”Dialogho impossibile con il Cremlino, dure sanzioni”, Ursula Von der Leyen: ”Attacco barbarico. Sanzoni si settori strategi russi.” Joe Binden minaccia: ”La Russia se ne renderà conto”, l’Unione Europea: ”L’Ue renderà al Cremlino impossibile continuare con la sua azione. Più tardi presenteremo un pacchetto di sanzioni massicce e mirate”, ovviamente tutti giustificate però c’è un dato mancante, un dato importante, quale ruolo potrebbe avere la Cina in tutto questo?

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ILa portavoce del Ministero degli Esteri cinesi, Hua Chunying ha affermato: ”Essendo un grande e potente Paese, la Russia non ha bisogno delle nostre armi” riguardante gli armamenti ha proseguito: ”L’approccio della Cina è qualitativamente diverso da quello Usa. Quando vedremo il rischio di conflitto, non prenderemo l’iniziativa di fornirci armi a vicenda e non faremo ciò che gli Usa hanno fatto dando all’Ucraina un gran numero di strutture e attrezzature militari. Penso che la Russia, essendo un Paese grande e potente, non abbia bisogno della Cina o di altri Paesi”, a quanto pare, la Cina, non vuole essere immischiata in questo conflitto per i molteplici interessi economici che ha con la Russia.

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Giuseppe Gagliano, Presidente del Centro Studi StrategiciCarlo de Cristoforo, su Start Magazine, ha espresso una anlisi lucida e approfondita sul ruolo potenziale della Cina in questo conflitto e qui la riportiamo integralmente per capire a fondo ciò che potrebbe succedere:

‘Una domanda che molti analisti si fanno è quale ruolo la Cina potrebbe svolgere in un tale conflitto e in che modo un tale evento potrebbe costituire un pericoloso precedente per le ambizioni globali della Cina, in particolare in relazione a Taiwan.

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La Russia ha chiesto che all’Ucraina non sia mai permesso di aderire alla Nato. A partire da questa settimana, ha accumulato 130.000 soldati al confine orientale dell’Ucraina per intimidire le nazioni occidentali e per impedire all’Ucraina di aderire all’alleanza facendo pressione sulla comunità globale.

Il ministro degli Esteri cinese Wang Yi e il segretario di Stato degli Stati Uniti Antony Blinken hanno parlato della situazione durante una telefonata del 27 gennaio. Wang ha usato la chiamata per dire ai Blinken di “rimanere calmi” e ha avvertito gli Stati Uniti di smettere di creare “cricche anti-cinesi”. Ciò potrebbe segnalare un ruolo molto crescente per la Cina come intermediario diplomatico per la Russia e il resto del mondo.

Nonostante la tentazione di confrontare l’attuale crisi con l’annessione illegale della Crimea da parte della Russia all’Ucraina nel 2014, gli esperti affermano che il panorama geopolitico ed economico è molto diverso nel 2022.

Forse la differenza più notevole, dicono, è che la Cina svolgerà un ruolo di primo piano, se non dominante, in qualsiasi potenziale conflitto e nella sua eventuale risoluzione.

Questo stato di cose è in netto contrasto con il 2014 quando, data la possibilità di sostenere le affermazioni della Russia sulla Crimea, la leadership del regime cinese ha esitato.
La Cina non ha riconosciuto l’annessione russa della Crimea nel 2014 perché non voleva essere implicata. La delegazione cinese si è astenuta infatti due volte quando sono state introdotte alle Nazioni Unite iniziative per condannare ufficialmente l’annessione. In effetti, la crescente interconnessione delle sfere economiche cinese e russa deve in gran parte all’annessione del 2014, che ha cambiato quasi tutto ciò che riguarda le relazioni trilaterali Usa-Cina-Russia e il suo equilibrio di potere.

Le sanzioni imposte nel 2014 hanno permesso a Mosca di abbandonare la maggior parte dei propri interessi economici occidentali e si rivolgono alla Cina e al resto dell’Asia.
Insomma un conflitto tra Russia e Ucraina costringerebbe Pechino a prendere una posizione più solida di quanto non abbia fatto nel 2014.

Le circostanze attuali e l’ambiente diplomatico sono più evoluti e tesi tra tutte le parti coinvolte di quanto non fossero nel 2014. Avrebbe un impatto sulla Cina sia politicamente che economicamente perché il loro posizionamento strategico è ora più diretto e trasparente di quanto non fosse stato prima.

Ci sono due ragioni chiave, secondo gli analisti, che indicano che Pechino non sosterrebbe le sanzioni occidentali contro la Russia. Il primo è che la sua dipendenza dal commercio internazionale con la Russia è cresciuta. Il secondo è che la sua leadership non è incentivata a promuovere gli obiettivi o i modi di fare affari degli Stati Uniti. Per quanto riguarda il primo, la Russia attualmente importa ed esporta più merci con la Cina di qualsiasi altra nazione. Le sanzioni sconvolgerebbero in modo importante le imprese statali cinesi e le società con sede in Russia.

In particolare, i mercati delle materie prime per alluminio, nichel, rame e palladio potrebbero essere significativamente interrotti, portando a aumenti dei prezzi che aggraverebbero ulteriormente i problemi della catena di approvvigionamento per le tecnologie critiche, per non parlare delle forniture energetiche e di altri settori.

Se gli Stati Uniti sanzionassero la Russia, la Cina potrebbe offrire prestiti per coprire le entrate perse, aiutando così contemporaneamente la Russia a eludere il peso delle sanzioni aumentando anche la propria influenza economica sulla Russia.

Tuttavia la crisi Russia-Ucraina è una sorta di cartina di tornasole, per la fattibilità di un quadro alternativo all’ordine internazionale guidato dagli Stati Uniti. È un’opportunità per la leadership del PCC di misurare l’efficacia della governance autoritaria rispetto agli ideali liberaldemocratici sanciti dall’ordine internazionale basato sulle regole guidato dagli Stati Uniti.

La Cina potrebbe utilizzare la crisi in Ucraina per valutare l’efficacia degli Stati Uniti nel rispondere alle questioni regionali in tutta l’Eurasia e determinare quali dovrebbero essere le risposte conseguenti. (Fonte: Start Magazine, l’analisi di Giuseppe Gagliano)

Uno scenario geopolitico apocalittico dove l’intera umanità è sola di fronte ad interessi politici-economici di vaste dimensioni , dominate da potenti che cercano di avere supremazia gli uni sugli altri, dove la parola, la piccola, immensa, parola pace non è contemplata!

Fonte: Smart Magazine

Foto di Antimafia Duemila