Giovanni Pascoli muore il 6 aprile 1912 la sua poesia ‘Il gelsomino notturno”

Giovanni Pascoli muore il 6 aprile 1912 la sua poesia ‘Il gelsomino notturno”. E’ stato considerato uno dei più importanti poedi del Novecento e dato influsso alla poesia italiana colmandola di simboli e sonorità, guardando alla natura, agli animali, all’infanzia e non solo, anche alla vita e alla morte, ha influenzato tutta la poesia dekl Novecento cominciando da d’Annunzio a Ungaretti e sia da Campana che da Montale.

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Chi non ricorda fin dalle elementari la sua preziosa poesia ”La cavalla storna” che portava colui che non torna... però noi vogliamo ricordarlo con una sua splendida e mai tramontata poesia ‘Il gelsomino notturno”.

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IL GELSOMINO NOTTURNO

E s’aprono i fiori notturni,
nell’ora che penso ai miei cari.
Sono apparse in mezzo ai viburni
le farfalle crepuscolari.

Da un pezzo si tacquero i gridi:
là sola una casa bisbiglia.
Sotto l’ali dormono i nidi,
come gli occhi sotto le ciglia.

Dai calici aperti si esala
l’odore di fragole rosse.
Splende un lume là nella sala.
Nasce l’erba sopra le fosse.

Un’ape tardiva sussurra
trovando già prese le celle.
La Chioccetta per l’aia azzurra
va col suo pigolio di stelle.

Per tutta la notte s’esala
l’odore che passa col vento.
Passa il lume su per la scala;
brilla al primo piano: s’è spento…

È l’alba: si chiudono i petali
un poco gualciti; si cova,
dentro l’urna molle e segreta,
non so che felicità nuova.

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Ricordare Giovanni Pascoli è tornare bambini sui banchi di scuola quando l’innocenza dell’infanzia non era ancora stata intaccata dalla realtà quotidiana, tutto era meraviglioso anche se la scuola a volte era un problema per lo studio, il grande poeta rapiva con le sue poesie il cuore e apriva la mente verso orizzonti nuovi e dava luce immensa ad ogni cosa nel mondo infantile.

Uno dei meriti di Giovanni Pascoli è stato quello di rinnovare la poesia, toccando temi fino ad allora trascurati dai grandi poeti: con la sua prosa trasmette il piacere delle cose semplici, usando quella sensibilità infantile che ogni uomo porta dentro di se; era un personaggio malinconico, rassegnato alle sofferenze della vita e alle ingiustizie della società, convinto che quest’ultima fosse troppo forte per essere vinta. Nonostante ciò, seppe conservare un senso profondo di umanità e di fratellanza. 

Fonte: Aforisticamente

Fonte: biografieonline

Foto di Youtube