Halloween e la Saponificatrice di Correggio

Halloween e la Saponificatrice di Correggio

Halloween e la Saponificatrice di Correggio. I serial killer non sono tutti uomini e anche le donne hanno dimostrato di essere spietate, calcolatrici e killer a sangue freddo. In Italia abbiamo la vicenda della Saponificatrice di Coreggio, Leonarda Cianciulli. Questa la sua storia di sangue.

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Leonarda Cianciulli, nasce il 18 aprile del 1894 a Montella, ultima di sei figli. All’età di 23 anni sposerà (1917) – contro il parere dell’intera famiglia che l’aveva promessa in sposa a un suo cugino – Raffaele Pansardi, impiegato del catasto. Nelle sue memorie la Cianciulli affermerà di essere stata maledetta dalla madre alla vigilia delle sue nozze e di aver perciò troncato i rapporti. Questo sarà la prima causa che la trasformerà in una spietata serial killer.

Non solo, sempre quanto da lei scritto, la madre l’avrebbe maledetta anche in punto di morte che le augurava una vita di sofferenza. Inoltre, qualche tempo prima una zingara le aveva predetto che ‹‹Ti mariterai, avrai figliolanza, ma tutti moriranno i figli tuoi››.

E le sue prime 13 gravidanze di cui 3 aborti spontanei e 10 decessi in culla confermarono alla Cianciulli, la ‘veridicità’ della predizione della zingara. E questa fu la seconda causa che scatenò dentro di lei, la sete di sangue.

A quel punto la donna si rivolse a una maga locale per aiutarla e così – sempre secondo le sue memorie – riuscì a portare a termine le successive gravidanze. Ebbe quattro figli: Giuseppe, Bernardo, Biagio e Norma.

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La coppia cambiò diverse case. Vissero a Lauria (1921-1927), a Lacedonia e poi nel 1930 – a causa del terremoto del Vulture – andarono a vivere a Correggio. Se a Lauria e Lacedonia, la Cianciulli era definita dagli abitanti una donna di facili costumi, truffatrice, disonora e impulsiva oltre che poco incline a rispettare l’autorità maritale, a Correggio era una donna benvoluta a tratti eccentrica. E grazie ai risarcimenti per le vittime del terremoto, riuscì ad aprire un vigoroso commercio di mobili e consulenze astrologiche (nelle sue memorie parla di avere letto e studiato diversi libri su tematiche esoteriche). Nel 1930 il marito la lasciò.

E poco alla volta, la sua casa divenne frequentata da molte personalità del luogo, comprese tre donne: Ermelinda Faustina Setti, Francesca Clementina Soavi e Virginia Cacioppo. Le future vittime della Saponificatrice di Correggio.

Leonarda Cianciulli convinse Ermelinda Faustina Setti – la sua prima vittima – di averle trovato un marito a Pola mentre per Francesca Clementina Soavi e Virginia Cacioppo dei posti di lavoro importanti. Entrambe le vittime non avevano famiglia, né parenti prossimi e pochi amici, oltre ad avere risparmi cospicui.

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Gli omicidi ebbero luogo tra il 1939 e il 1941. Entrambe le vittime furono uccise a colpi di ascia, poi smembrate e bollite in un pentolone. E con i resti preparò delle saponette e dei dolci che distribuì alle sue amiche. Nelle sue memorie in merito a Ermelinda Faustina Setti: ‹‹Gettai i pezzi nella pentola, aggiunsi sette chilogrammi di soda caustica, che avevo comprato per fare il sapone, e rimescolai il tutto finché il corpo sezionato si sciolse in una poltiglia scura e vischiosa con la quale riempii alcuni secchi e che vuotai in un vicino pozzo nero. Quanto al sangue del catino, aspettai che si coagulasse, lo feci seccare al forno, lo macinai e lo mescolai con farina, zucchero, cioccolato, latte e uova, oltre a un poco di margarina, impastando il tutto. Feci una grande quantità di pasticcini croccanti e li servii alle signore che venivano in visita, ma ne mangiammo anche Giuseppe e io››.

Sempre leggendo le sue memorie, scrisse per Virginia Cacioppo: ‹‹Finì nel pentolone, come le altre due […]; ma la sua carne era grassa e bianca: quando fu disciolta vi aggiunsi un flacone di colonia e, dopo una lunga bollitura, ne vennero fuori delle saponette cremose. Le diedi in omaggio a vicine e conoscenti. Anche i dolci furono migliori: quella donna era veramente dolce››.

Il 3 marzo del 1941, Leonarda Cianciulli fu arrestata. E dopo che rilasciò una lunga confessione, il 12 giugno del 1946 si aprì il processo contro la Saponificatrice di Correggio. Durante il processo si scoprì che trasformava le sue vittime in saponette che regalava e non solo, dopo aver raccolto il sangue, lo faceva essiccare per poi mescolarlo con gli ingredienti per la preparazione dei biscotti. Biscotti assaggiati dalla stessa Leonarda Cianciulli.

Non uccise per avidità. Uccise per i figli. Tre sacrifici umani per proteggere i figli. E come disse lei stessa: ‹‹Non ho ucciso per odio o per avidità, ma solo per amore di madre››.

Condannata in un primo tempo a 3 anni di manicomio criminale e 30 anni di carcere ma alla fine la sua pena fu tramutata in ergastolo in un manicomio criminale. Morirà il 15 ottobre del 1970 nel manicomio di Pozzuoli. Sepolta nel cimitero di Pozzuoli in una tomba per poveri, nel 1975 i suoi resti mortali traslati nell’ossario comune del cimitero, perché nessuno ne reclamò il corpo.