Il Cinghiale nelle varie mitologie

Il Cinghiale nelle varie mitologie. Da sempre apprezzato come fonte di cibo e selvaggina “nobile”, ma allo stesso tempo considerato un avversario fiero e temibile dalle popolazioni primitive, il cinghiale nelle mitologie antiche è una presenza costante. Da sempre considerato al contempo una preda ambita per la sua carne e un fiero avversario per la sua tenacia in combattimento, solo nel corso del XX secolo ha cessato di essere una fonte di cibo di primaria importanza per l’uomo, soppiantato in questo dal suo discendente domestico, il maiale. Per lo stretto legame con l’uomo, il cinghiale appare frequentemente, e spesso con ruoli da protagonista, nella mitologia di molti popoli.

Nella cultura dell’antica Grecia il cinghiale era visto come simbolo di morte: questo perché la stagione di caccia a questi animali si apriva il 23 di settembre, giorno vicino alla fine dell’anno. Il cinghiale era inoltre simbolo dell’oscurità in lotta con la luce, a causa delle sue abitudini notturne e della colorazione scura del manto.

Nella mitologia greca  risaltano due cinghiali leggendari: il primo è il ben conosciuto cinghiale di Erimanto, ferocissimo animale che Eracle domò come quarta delle sue dodici fatiche, mentre il secondo è il cinghiale calidonio, poderosa bestia mandata sulla terra da Ares come punizione per Adone e uccisa nella caccia calidonia, alla quale partecipò la maggior parte degli eroi della mitologia greca.

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Nella mitologia celtica, il cinghiale era invece considerato l’animale simbolo della divinità Arduina ed era sacro al dio Lug, spesso raffigurato infatti con un cinghiale al fianco. Il cinghiale era un frequente simbolo araldico dei guerrieri celti, rinvenuto un po’ in tutta Europa issato su insegne o raffigurato su scudi e armi; ci sono giunte leggende celtiche su lotte tra eroi e cinghiali di eccezionale forza e ferocia, e molte storie mitologiche, come quella di Fionn mac Cumhaill nella mitologia irlandese, sono incentrate attorno alla caccia di questo animale. Sempre tra i Celti, vi era il mito del Cinghiale Bianco considerato magico apportatore di un’era di prosperità e benessere.

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Nell’arte celtica, specialmente gallica, il cinghiale è un soggetto particolarmente rappresentativo, molto utilizzato, soprattutto come insegna militare, di ruolo anche sacrale, in modo molto simile all’aquila romana. L’animale figura anche spesso nell’iconografia monetaria (ove però non primeggia) e nei ritrovamenti archeologici  di idoli (presso noti santuari) e nella produzione scultorea celtica preromana (es. i Verraco). Stilisticamente, l’arte celtica raffigura il cinghiale in forma spesso molto stilizzata ma sempre con la cresta dorsale, intesa quale simbolo della bellicosità, ben evidente. Il cinghiale è un animale che grazie alla sua diffusione e al suo fascino, ha sempre avuto un forte valore simbolico per le popolazioni preromaniche, tra cui Galli e Celti, da cui veniva ammirato e spesso idolatrato come animale sacro, incarnazione di un Dio. 

Anche presso le popolazioni italiche il cinghiale era simbolo araldico associato a forza, coraggio e valore in battaglia: sugli scudi sannitici e romani, era spesso raffigurato come emblema di reparto.

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Nella mitologia norrena il cinghiale è associato alla fertilità ed è fedele accompagnatore degli dei Freyr (il cui cinghiale si chiama Gullinbursti) e Freia  (il cui cinghiale si chiama Hildisvini): si pensa che la figura di Freyr con il suo cinghiale sia stata poi trasfigurata nella cristianità in quella di San Nicodemo da Cirò o di Sant’Antonio Abate, ambedue spesso raffigurati in compagnia di questo animale.

Nella Persia  dell’impero sasanide i cinghiali erano considerati meritevoli di rispetto in quanto creature coraggiose e sprezzanti del pericolo, tanto che l’aggettivo Boraz o Goraz (cinghiale) veniva aggiunto al nome di una persona per sottolinearne il coraggio in battaglia.

Nella mitologia indiana il cinghiale invece rappresenta Varaha, il terzo avatar d Visnù. 

Fonte: it.wikipedia.org

Foto di Alexas_Fotos da Pixabay

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