Matteo Salvini sempre più solo al comando dell’Italia

Matteo Salvini sempre più solo al comando dell’Italia

Matteo Salvini sempre più solo al comando dell'Italia

Il leader Matteo Salvini sempre più solo al comando del nostro Paese. Il Capitano si è presentato ieri sera al comizio di Sabauda e ha annunciato la svolta leghista per il Paese. Una svolta che potrebbe portare alla crisi del Governo Giallo-Verde e al ritorno anticipato alle urne, se ovviamente il Premier Conte e Luigi Di Maio non accettino le sue condizioni per continuare sulla via del Governo. Condizioni pesanti.

“Qualcosa si è rotto. O si ricomincia da capo o ci lasciamo da buoni amici”

Queste le parole chiavi di Matteo Salvini. Parole rivolte a Conte e al suo alleato a 5Stelle. I giochi di forza sono cambiati e già dal dopo Europee quando la Lega riuscì a trionfare, relegando il Movimento Cinque Stelle dietro il Partito Democratico ma il colpo più pesante l’ha dato ieri a Palazzo Madama sulla questione della TAV.

A fine seduta e in tasca l’approvazione della TAV, il leader leghista ha avuto un incontro a due con il Premier Conte. Grande assente Luigi Di Maio. Un segnale questo che indica chiaramente che è lui ad avere tra le mani il timone e le sorti dell’intero Governo. Oltre che dell’intero Paese.

Matteo Salvini sempre più solo al comando dell’Italia

Matteo Salvini è stato chiaro. Rimpasto oppure urne, a voi la scelta. E in un eventuale rimpasto governativo, la Lega pretenderà altri posti chiavi, ora ricoperti dai 5Stelle come Infrastrutture (Toninelli) e Difesa (Trenta). Non solo. In questo gioco forza, Salvini reclamerà anche lo scalpo di uno dei suoi più ‘feroci’ nemici: Giovanni Tria, il Ministro delle Finanze. Colpevole, secondo la Lega di non assecondare il desiderio di deficit del Capitano leghista.

La Lega può permettersi di fare la voce grossa e sventolare lo spauracchio delle elezioni anticipate grazie al suo 34% di possibili consensi (E forse anche qualcosa di più) e della possibilità di realizzare un Governo leghista con l’appoggio di Fratelli d’Italia e i fuoriusciti da Forza Italia.

La TAV da cavallo di battaglia a pietra tombale del Movimento Cinque Stelle

La TAV si farà. Punto e basta. Il Parlamento si è espresso in questa direzione. La mozione anti-TAV del Movimento Cinque Stelle è stata bocciata senza se e senza ma e senza tante troppe sorprese. I parlamentari a 5Stelle, subito dopo la votazione hanno gridato all’inciucio tra Lega e Partito Democratico. Un modo per distogliere l’attenzione dal loro De Profundis politico. Anche se si sono dimenticati di dire che:

1) Loro hanno la maggioranza in Parlamento;
2) Loro si sono alleati con La Lega pro-TAV;
3) Loro hanno il Ministero delle Infrastrutture;

Quindi se avessero voluto realmente bloccare la TAV come affermato in campagna elettorale, avrebbero potuto semplicemente aprire una crisi di Governo e nel caso andare nuovamente alle urne. E allora perché la presentazione di quell’inutile mozione anti-TAV?

Il Movimento Cinque Stelle e la paura delle urne

Parliamoci chiaro. Loro non possono permettersi di andare a elezioni anticipate. Devono continuare a tenere in vita questo Governo, costi quel che costi se non vogliono rischiare di scomparire dalla scena politica o ridursi come uno dei tanti piccoli partitini privi di qualsiasi peso. Neppure il cambio di leadership tra Luigi Di Maio (Ormai finito) e Alessandro Di Battista potrebbe, in caso di elezioni anticipate, portare il Movimento Cinque Stelle ai vecchi fasti di potere.

A questo punto molte le proposte come quella fatta da Nicola Morra per un referendum su Rousseau per decidere se staccare la spina o no. Ma alla fine il caos regna sovrano all’interno del Movimento che voleva aprire il Parlamento come una scatola di tonno è invece, si è ritrovato a essere lui stesso la scatoletta di tonno.