Memoria in black out quando preoccuparsi

Memoria in black out quando preoccuparsi. Quante volte ci si dimentica le cose più banali tipo le chiavi di casa o dell’auto, i nomi di attori e attrici e film visti, sono eventi abbastanza frequenti ma non devono preoccupare, è con l’avanzare dell’età, se questi eventi si fanno più accentuati come dimenticare qualche parola durante un discorso che possono essere messaggi da non sottovalutare e da approfondire con esami specifici, richiesti da medici specializzati nel campo.

Purtroppo non solo il fisico invecchia ma anche il nostro cervello, i suoi neuroni si restringono, mantengono meno connessioni attive tra di loro e trattengono meno sostanze chimiche necessarie a inviare segnali ad altre cellule; ma non tutte le dimenticanze hanno a che fare con l’avanzare dell’età, stress, preoccupazioni, vita frenetica ansie e distrazione hanno un loro peso nel black out della memoria, sappiate inoltre che il cervello decide in autonomia che cosa vale la pena tenere e cosa no.

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Su The Conversation viene spiegato chiaramente che  il cervello ritiene più facilmente le informazioni di carattere sociale (come i gossip) e dimentica più spesso quelle astratte (come i numeri di telefono); quindi I blackout di memoria diventano allarmanti quando sono persistenti, se peggiorano nel tempo e quando interferiscono con le normali attività quotidiane.

Il fatto di dimenticare una cosa futile non è un problema, lo diventa se dimentichiamo come si guida o l’indirizzo di casa, se continuiamo fare cose che in normalità non facciamo come riporre oggetti in posti diversi e sbagliati,s e dimentichiamo durante un discorso parole ricorrenti e in questo frangenti che dobbiamo ricorrere a dei specialisti per chiedersi come e perché.

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Lo stato di transizione tra un normale invecchiamento cerebrale e le demenze è chiamato decadimento cognitivo lieve. Questa condizione comporta una sfumata difficoltà in una o più funzioni cognitive, per esempio la memoria, il linguaggio o la capacità di programmazione, e dunque maggiori problemi a completare compiti complessi come prepararsi un pasto.

Non necessariamente con il tempo peggiora o sfocia in patologie più serie: in alcuni casi rimane stabile come gravità e in altri può persino migliorare (per esempio se era legato all’ansia o al tono dell’umore). Ma nel 10-15% dei casi il decadimento cognitivo lieve è prodromo dell’Alzheimer: se diagnosticato per tempo può aiutare a gestire meglio la malattia e a fare piani per il futuro.

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Un altro segnale a cui prestare attenzione è la capacità di orientamento spaziale, una delle prime funzioni perse nella malattia di Alzheimer, la più comune fra le demenze. Le aree cerebrali che conservano il ricordo degli spazi che frequentiamo sono tra le prime a essere colpite da questa patologia: pertanto un aumento della frequenza con cui ci si perde è un sintomo da prendere sul serio.

Fonte: Focus

Foto di Gerd Altmann da Pixabay