Roma viene fondata da Romolo il 21 aprile 753 a.C.

Roma viene fondata da Romolo il 21 aprile 753 a.C. Romolo (in latino Romulus, in greco antico: Ῥωμύλος?, Rōmýlos; Alba Longa, 24 marzo 771 a.C.[1] – Roma, 5[5] o 7 luglio 716 a.C.[2]), gemello di Remo, è il nome della figura leggendaria a cui la tradizione annalistica attribuiva la fondazione di Roma e delle sue principali istituzioni politiche, nonché il ruolo di primo re della città e l’origine del toponimo[1][9]. La sua storicità è oggetto di dibattito da parte degli studiosi dall’inizio del XIX secolo, così come l’inizio della tradizione letteraria sulla sua figura.

Secondo la leggenda Romolo e Remo erano figli di Marte e di Rea Silvia, sacerdotessa vestale figlia del re di Alba Longa, Numitore, diretto discendente di Enea. Romolo era quindi per parte materna di stirpe reale albana. Plutarco racconta che un certo Lucio Taruzio, matematico, astrologo e amico di Marco Terenzio Varrone  (l’autore del De lingua Latina), aveva calcolato il giorno esatto in cui i due gemelli furono concepiti (24 giugno del 772 a.C.) e nacquero (24 marzo del 771 a.C.).

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Di origini latino-sabine, figlio – a seguito di un rapporto estorto con la forza – del dio Marte e di Rea Silvia, figlia di Numitore, re di Alba Longa], secondo la tradizione fondò Roma tracciandone il confine sacro, il pomerio, il 21 aprile 753 a.C. In tale occasione uccise il fratello gemello Remo, reo di aver varcato in armi il sacro confine]: tale fratricidio è stato sovente evocato come segno violento della necessaria unicità del potere regale. Una volta costruita la città sul colle Palatino, egli invitò criminali, schiavi fuggiti, esiliati e altri reietti a unirsi a lui con la promessa del diritto d’asilo. Così facendo Romolo popolò cinque dei sette colli di Roma, rapendo poi le donne ai vicini Sabini della città di Cures, così da dare delle mogli ai suoi uomini. Ciò provocò una guerra tra i due popoli, che alla fine si risolse con una pace con i Sabini che poterono insediarsi sul vicino colle del Quirinale con il loro re, Tito Tazio, che condivise con Romolo il potere per cinque anni.

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Romolo divise il popolo tra coloro che potevano combattere e coloro che non potevano farlo. Scelse 100 tra i più nobili cittadini per formare il Senato, tanto che i loro discendenti andranno a costituire l’élite nobiliare della Repubblica. Romolo istituì anche i comizi curiati, a cui spettava il compito di ratificare, tra le altre cose, le leggi. Romolo condusse, quindi, diverse guerre di conquista.

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A lui risale la divisione della popolazione patrizia nelle 3 tribù di – Tities, Ramnes e Luceres – a loro volta suddivise in dieci curie ciascuna – le quali dovevano in caso di pericolo fornire all’esercito romano un contingente militare costituito da cento fanti e dieci cavalieri, per un totale complessivo di 3 000 fanti e 300 cavalieri. Dopo aver regnato per 36 anni, Romolo, secondo la leggenda, fu rapito in cielo durante una tempesta. Secondo i suoi stessi desideri, una volta morto fu divinizzato nella figura di Quirino, dio sabino venerato sul Quirinale.

Fonte: it.wikipedia.org

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