Sant’Agata viene martirizzata e muore il 5 febbraio 251

Sant’Agata viene martirizzata e muore il 5 febbraio 251. Oggi si celebra il martirio di Sant’Agata, una giovanissima fanciulla che ha preferito morire piuttosto che abiurare la propria fede, fedele al suo credo e al suo Dio viene uccisa barbaramente dai suoi persecutori e diventa protettrice di: tessitori, donne con malattie al seno, vigili del fuoco (in Argentina), fonditori di campane.

Leggiamo la biografie tratta da Biografieonline: ”Nasce a Catania l’8 settembre dell’anno 235, figlia di Rao e Apolla. Un’altra ipotesi indicherebbe l’anno di nascita nel 238. Si consacra a Dio come diaconessa intorno ai 21 anni di età. Agata esercita un ruolo attivo all’interno della comunità cristiana, impegnata nella catechesi: istruisce alla fede cristiana i nuovi adepti. Prepara inoltre i giovani a essere battezzati, comunicati e cresimati.

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Tra il 250 e il 251 deve fare i conti con le molestie subite dal proconsole Quinziano, arrivato a Catania allo scopo di far abiurare pubblicamente i cristiani, secondo l’editto dell’imperatore Decio.

Quinziano si invaghisce di Agata. Dopo aver saputo della sua consacrazione le impone di ripudiare la fede. Agata rifiuta di adorare gli dei pagani: per questo motivo viene affidata per alcune settimane alla custodia rieducativa di Afrodisia, cortigiana corrotta, e delle sue figlie.

Lo scopo dell’affidamento a Afrodisia, dedita alla prostituzione sacra in quanto sacerdotessa di Cerere, è quello di corrompere moralmente la giovane siciliana, tra minacce e allettamenti, pressandola psicologicamente; il fine ultimo è quello di sottometterla alla volontà del proconsole.

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Portata spesso in orge e ritrovi dionisiaci, però, Agata resiste strenuamente agli attacchi perversi che è costretta a subire. Trova forza nella fede in Dio, al punto che le sue tentatrici, scoraggiate dai continui insuccessi, rinunciano all’impegno di corromperla e la riconsegnano a Quinziano.

Questi, non riuscendo a scalfire i principi della ragazza, la processa.

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Dapprima viene fustigata; poi per mezzo di tenaglie viene sottoposta a un crudele strappo delle mammelle. Quella stessa notte riceve la visita di San Pietro, che le risana le ferite rassicurandola.

Agata viene convocata al palazzo pretorio, poi portata in carcere. Qui subisce numerose violenze che hanno lo scopo di farle cambiare idea.

Poi è obbligata a camminare sui carboni ardenti.

Ancora adolescente, Agata muore nella sua cella la notte del 5 febbraio 251.

Le sue reliquie si trovano attualmente nel duomo di Catania. Qui sono giunte il 17 agosto 1126 dopo essere state trafugate da Giorgio Maniace, generale bizantino, un secolo prima a Costantinopoli.

I resti si trovano nel busto argenteo e in uno scrigno argenteo dell’edificio.

Altre città italiane ed estere possono vantare il possesso di alcune reliquie di Sant’Agata; tra queste vi sono capelli e frammenti di ossa.

La leggenda narra che la mammella di Sant’Agata si trovi a Galatina, in Puglia, all’interno di un convento di frati francescani.

Fonte: Biografieonline

Foto di Biografieonline