Tempio di Zeus ritrovato a Tel al-Farma

Tempio di Zeus ritrovato a Tel al-Farma. Nel sito archeologico di Tel al-Farma, l’antica città di Peliusum, è stato ritrovato il tempio di Zeus-Kasios che si cercava da quasi 100 anni, il primo ritrovamento effettuato da Jean Clédat, archeologo francese, fu di una architrave con iscrizioni tardo greche che comunque facevano capire la presenza di un tempio purtroppo non riuscì a individuarlo, era il 1910.

La scoperta ha grande importanza come esempio di sincretismo nell’antichità, cioè della fusione di credenze religiose diverse: nel caso specifico, il culto del dio greco del cielo Zeus si era unito a quello per le divinità regionali che albergavano sul monte Kasios. Il segretario generale del Consiglio supremo delle antichità egiziane Mustafa Waziri. ha reso noto quanto segue: ‘‘Gli scavi del tempio sono iniziati in prossimità di due enormi colonne di granito, che rappresentavano la porta d’ingresso, caduta al suolo per via di un antico terremoto. Il tempio era costruito con mattoni di fango su una piattaforma rialzata e il suo soffitto era sostenuto da colonne di granito rosa. Una scala ascendente ricoperta di marmo veniva probabilmente utilizzata dai fedeli per raggiungere la piattaforma del tempio’‘.

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Nelle vicinanze del tempio gli archeologi hanno ritrovato anche enormi blocchi di granito rosa e l’ipotesi fa supporre che siano stati rimossi dal tempo per costruire delle chiese, solo accerchiando e restringendo le ricerche sono arrivati al tempio dove sono state anche rinvenute delle iscrizioni che vanno a completare quelle precedenti, scoprendo di conseguenza che l’imperatore Adriano, periodo 76-138 d.C, fece nuove ordinazioni per aggiunte al tempio di Zeus Kasios, fu Tito Flavio Tiziano, procuratore di Alessandria, nel periodo seguente a eseguire i lavori.

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Si trae stralci dall’articolo apparso su Focus e che qui riportiamo: ”La città di Pelusium, presso la quale sorgeva il tempio, risale al tardo periodo faraonico e passò attraverso le epoche greco-romana e bizantina. Fu un’importante città-fortezza a protezione degli estremi confini orientali del delta del Nilo egiziano. Per esempio, nel VIII secolo a.C., il re assiro Sennacherib, avanzando dal regno di Giuda, nel tentativo d’invadere l’Egitto, non poté conquistare la città, che cadde invece a opera dei Persiani nel 525 a.C. 

Il monte Kasios, l’oggetto del culto “ibrido”, si trova invece lungo l’odierno confine tra Siria e Turchia, in una zona oggi militarizzata. Proprio qui, secondo la mitologia greca, ci fu la lotta per la supremazia cosmica fra Zeus e Tifone, il mostro della tempesta. Zeus riuscì a sconfiggere Tifone con il suo fulmine e poi lo seppellì sotto l’Etna, in Sicilia, a una distanza che solo le divinità potevano rapidamente coprire nel tempo mitico.

Il monte Kasios (chiamato localmente Jebel-al Aqra) era anche un antico luogo di culto degli abitanti della Cananea (area che comprendeva gli attuali Israele, Palestina, Libano, Siria e Giordania): per loro rappresentava la casa di varie divinità. Per esempio, del dio della tempesta Ba’al Zephon. La gente dell’antica città portuale di Ugarit venerava la montagna come sede del palazzo di Ba’al e di sua sorella Anat. Il monte Kasios è menzionato anche nella Bibbia, come il monte Zaphon.

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Poi arrivarono i Greci che colsero la sacralità della montagna e vi trasferirono il culto di Zeus tenendo conto della tradizione locale, ribattezzandolo appunto Zeus-Kasios. Gli antichi, insomma erano spesso flessibili in fatto di credenze religiose, riconoscendo valide anche quelle degli altri, al punto di fonderle con le proprie.” (Fonte: Focus)

Fonte: Focus

Foto del Il Fatto Storico