Vichinghi miti e credenze nordiche antiche

Vichinghi miti e credenze nordiche antiche. I miti nordici, nella forma a noi pervenuta, risalgono al XIII secolo e furono trascritti in Islanda, paese che i norreni avevano colonizzato nel IX secolo. Non si tratta delle saghe originarie raccontate dai vichinghi ma di quanto restava dell’antica mitologia nordica quattrocento anni dopo il loro arrivo nell’isola. La versione narrativa è racchiusa in due opere fondamentali che condividono lo stesso titolo,

Edda, termine di origine sconosciuta e forse derivante da óthr, ovvero “poesia” in islandese antico. L’autore dell’Edda in prosa è il sacerdote islandese Snorri Sturluson (1178-1241). L’intento primario del testo, più che spiegare i miti nordici, era quello di preservare la conoscenza e l’arte poetica degli scaldi, i poeti presso le corti dei re scandinavi che nelle composizioni utilizzavano le kenningar, metafore molto elaborate. L’altra fonte narrativa principale è nota come Edda poetica ed è una raccolta di poemi mitologici ed eroici tratti da manoscritti di varie epoche, il più antico dei quali è il Codex Regius, datato intorno al XIII secolo.

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Ma allora la mitologia nordica è solo un’invenzione dei sacerdoti cristiani medievali, che nulla ha a che vedere con la religione dei vichinghi? Certamente no. È stato dimostrato che la data di creazione di molti poemi dell’Edda poetica è precedente alla data delle trascrizioni. In realtà, il passato pagano è sopravvissuto durante e oltre il Medioevo. Ne sono prova i testi della mistica cristiana Brigida di Svezia, del XIV secolo, che denunciava con preoccupazione questi culti e avvertiva della necessità di limitare la diffusione di storie sugli elfi, una delle specie che apparteneva al mondo mitologico scandinavo. In altri casi, le vicende note mediante la mitologia sono confermate da ritrovamenti archeologici, come ad esempio le pietre runiche. Le rune erano il sistema di scrittura utilizzato dai popoli germanici e, di conseguenza, dai vichinghi sin dall’anno 150 d.C. La maggior parte delle pietre runiche che si sono conservate risalgono all’epoca vichinga e ricordano coloro che parteciparono alle spedizioni commerciali o ai saccheggi. In molti casi presentano soltanto l’iscrizione e pochi elementi decorativi. In altri, invece, si riscontra la combinazione di simboli cristiani e pagani. Esempi dell’ultimo caso sono la pietra di Ledberg, in Svezia, o la croce di Thorwald, sull’isola di Man (tra la Gran Bretagna e l’Irlanda), che sembra rappresentino il momento del Ragnarök in cui il lupo Fenrir attacca Odino.

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Reso popolare da Richard Wagner come il “crepuscolo degli dei”, il Ragnarök comprende una serie di avvenimenti raccontati da diverse fonti e poi raccolti nell’Edda poetica. Lo scontro finale, influenzato dall’apocalisse cristiana, conduce alla distruzione degli dei e alla rinascita di una nuova generazione di divinità. Il Ragnarök scatena una lotta tra creature mitologiche, tra gli dei e i guerrieri morti, scelti per il Valhalla e gli avversari, capeggiati da Loki e i giganti. Il lupo Fenrir, figlio di Loki, lotterà al suo fianco in battaglia e ucciderà Odino. L’archeologia offre ulteriori elementi della vita quotidiana dei vichinghi che, verosimilmente, confermano la credenza in elementi peculiari, come il Valhalla. Quello che potrebbe essere descritto come il paradiso norreno è immaginato come un palazzo dove, per tutto il giorno, i guerrieri caduti in combattimento e scelti da Odino, gli einherjar, si preparano a lottare. Coloro che sono morti durante lo scontro tornano in vita di notte e si uniscono ai festeggiamenti voluti dal signore dei cieli. Era proprio Odino a selezionare le migliori donne e i migliori uomini caduti in battaglia. Nella scelta degli eletti poteva contare sull’aiuto delle valchirie, dee guerriere alate che conducevano i guerrieri fino al palazzo e che, durante la festa notturna, gli servivano l’idromele.

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Esistevano con molta probabilità delle varianti nella forma di adorare gli dei, i cui nomi sono forse l’unico vestigio chiaro che ci permette di comprendere la religione dei vichinghi. Tutto il resto appartiene al mito, separato ormai dai riti originari. La mitologia nordica ci dà indizi per interpretare il passato, ma conosciamo gli antichi dei soprattutto attraverso la mediazione degli autori cristiani islandesi del XIII secolo che scrivevano sui propri avi. Le storie di Odino, Thor e Loki continuano ad affascinare, ma il significato profondo che queste divinità avevano per i popoli vichinghi e il modo in cui gli rendevano culto non sono verità storica, bensì oggetto di continua interpretazione.

Fonte: storicang.it

Foto di ilgiardinodellacultura.com

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