Vittorio Gassman il Mattatore si spegne il 28 giugno 2000

Vittorio Gassman il Mattatore si spegne il 28 giugno 2000

Vittorio Gassman il Mattatore si spegne il 28 giugno 2000. Brillante, istrionico, eclettico, un grande non solo in ambito teatrale ma soprattutto cinematografico, al suo attivo ha numerosissimi film girati con registi celebri e la sua notorietà lo ha reso una icona straordinaria del cinema italiano.

Si afferma come uno dei più apprezzati fra i giovani attori della scena teatrale nostrana lavorando – tra gli altri – con Guido Salvini, Luigi Squarzina e un mostro sacro come Luchino Visconti (che all’epoca era già “Visconti”, ossia un nome da tutti celebrato), fino a diventare direttore unico (dalla stagione 1954-55) d’una propria compagnia: vastissimo il repertorio di questi anni, che va da “Un tram che si chiama desiderio” di Williams ad “Oreste” di Alfieri da due classici shakesperiani quali “Amleto” ed “Otello” al “Kean, genio e sregolatezza” di Dumas padre, passando per “Adelchi” di Alessandro Manzoni.

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Da ricordare la sua splendida versione scenica del dramma di Pier Paolo Pasolini “Affabulazione” (1977), che importante sarà anche per la carriera del figlio Alessandro,.

Dal 1946 comincia invece la sua fortunata carriera nel cinema, cui si dedicherà con sempre maggior frequenza nel corso del tempo: meritano, al riguardo, d’esser citati “I soliti ignoti” (1958) e “La grande guerra” (1959) di Mario Monicelli, “Il sorpasso”(1962) ed “I mosri” (1963) di Dino Risi, “L’armata Brancaleone”” (1966) ancora di Monicelli, “L’alibi” (1969) di cui è anche co-regista, “In nome del popolo italiano” (1971) e la grande interpretazione ne ”Il profumo di donna” (1974) di Dino Risi, “C’eravamo tanto amati” (1974) e “La terrazza” (1980) di Ettore Scala, “Anima persa” (1977) e “Caro papà” (1979) nuovamente con Risi, le partecipazioni ad “Un matrimonio” (1978) e “Quintet” (1978) di Robert Altman per finire con “La famiglia” (1987) di Ettore Scola, “Lo zio indegno” (1989) di Franco Brusati, “Tolgo il disturbo” (1990) di Dino Risi.

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Degna di nota pure la sua attività televisiva: da menzionare, almeno, lo straordinario successo ottenuto nel 1959 con la trasmissione d’intrattenimento “Il mattatore”, per la regia di Daniele D’Anza, e le fortunate trasposizioni per il piccolo schermo di alcuni suoi grandi successi teatrali.

Natura istrionica ma anche fortemente sensibile, l’attore confessò più volte di aver sofferto in vita malgrado gli straordinari successi (anche con le donne), di abissali depressioni, una delle quali particolarmente grave e da cui si riebbe per un caso, dopo aver ingerito l’ennesima pastiglia medicinale (che in quel caso però fece effetto). Di tale entità fu il problema che intorno a questa sua esperienza scrisse anche un libro “Memorie dal sottoscala”. Ultimamente si era riavvicinato assai all’esperienza religiosa, pur con il suo tipico approccio tormentato e dubbioso.

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Il grande Gassman, il Mattatore si spegne a Roma per una crisi cardiaca il 28 giugno 2000 e il teatro e il cinema perde uno dei suoi migliori interpreti che hanno fatto grande sia il teatro che il cinema italiano.

Fonte Biografieonline

Foto di Tgcom24