Norma acchiappa ricchi articolo 24 bis vista da Giuseppe Ajala

Parecchio sorpresi nel leggere un articolo scritto dal Magistrato e politico italiano Giuseppe Ajala,  sull’Huffington Post il 31 ottobre, lo portiamo a conoscenza dei nostri lettori, certo che il nostro Governo per arraffare denaro le inventa proprio tutte! Non basta affondare le mani nelle tasche dei cittadini italiani, nelle imprese e in quanto potrebbe arricchire le casse statali ma ha avuto una ‘brillante’  idea con l’art. 24 bis dichiarato ‘acchiappa-ricchi’ e immessa nel disegno di legge di bilancio firmato dal Presidente della Repubblica, avviandosi quindi verso l’iter burocratico parlamentare e cioè una norma per gli stranieri che se volessero risiedere nel bel Paese dovrebbero sborsare una cifra enorme, si parla di centomila euro annuali, qualsiasi tipo di reddito possano avere, con la sola condizione di risiedere in Italia per almeno nove anni; la chiamiamo democrazia questa?

ARTICOLO DI GIUSEPPE AJALA SULLA NORMA ACCHIAPPA RICCHI
PARLAMENTO ITALIANO

Articolo scritto da Giuseppe Ajala, Magistrato e politico italiano, il 31 ottobre su l’Huffington Post.

‘Il disegno di legge governativo di bilancio è stato firmato dal presidente della Repubblica e si avvia, perciò, a intraprendere il suo percorso parlamentare. Ho letto il testo e ho trovato, con stupore, una strana previsione che ha attirato la mia attenzione, e non soltanto perché mai si era visto nulla di simile in passato.

Mi riferisco all’art. 24 bis, subito definito “norma acchiappa ricchi,” in forza del quale qualunque ricco straniero, cittadini europei compresi, che dovesse prendere la residenza in Italia dovrà al nostro fisco soltanto 100.000 euro l’anno di imposta qualunque sia l’ammontare del suo reddito, con il solo obbligo di mantenere quella residenza per almeno nove anni. Non so se esiste qualcosa di simile negli altri paesi europei a parte, per esempio, l’Irlanda e il Portogallo che offrono condizioni fiscali molto favorevoli ai pensionati. Tutt’altra storia, mi pare.

Nessuno può immaginare l’ammontare del gettito che il nostro Paese potrà incassare. Non credo che, in ogni caso, possa ipotizzarsi una cifra a nove zeri. Il guaio è che se dovesse funzionare l’esempio sarà seguito dagli altri partners dell’Unione Europea. I quali si ritroveranno, perciò, a gareggiare tra loro per vedere chi è capace di rubare più ricchi agli altri.

E questo, se mal non ricordo, mentre si discetta da tempo sulla necessità di armonizzare i vari sistemi fiscali vigenti nel vecchio continente come passo ulteriore verso la tanta auspicata integrazione. Unica strada per superare la contrapposizione egoistica che, a tutt’oggi, paralizza la concreta realizzazione dell’ideale europeista.

Il punto è, allora, che ancora una volta si varano norme del tutto esenti da una visione politica che le sorregga lasciando, così, ulteriore spazio alla dimensione ragioneristica. La stessa che, con ragione, non ci stanchiamo di rimproverare all’invadente burocrazia europea. Non resta che augurarsi che il Parlamento di quella visione politica si dia carico e la modifichi magari limitandola ai soli “ricconi” extraeuropei.’

Fonte: Huffington Post