Pier Paolo Pasolini 2 novembre 1975 spenta la sua vita corsara
Pier Paolo Pasolini, scrittore e brillante, acuto regista italiano, il 2 novembre 1975, qualcuno spegne la sua vita corsara, una vita dedicata all’arte e al cinema italiano.
La sua morte raccontata da Biografieonline: ‘La mattina del 2 novembre 1975, sul litorale romane ad Ostia, in un campo incolto in via dell’idroscalo, una donna, Maria Teresa Lollobrigida, scopre il cadavere di un uomo. Sarà Ninetto Davoli a riconoscere il corpo di Pier Paolo Pasolini.
Nella notte i carabinieri fermano un giovane, Giuseppe Pelosi, detto “Pino la rana” alla guida di una Giulietta 2000 che risulterà di proprietà proprio di Pasolini. Il ragazzo, interrogato dai carabinieri, e di fronte all’evidenza dei fatti, confessa l’omicidio.
Racconta di aver incontrato lo scrittore presso la Stazione Termini, e dopo una cena in un ristorante, di aver raggiunto il luogo del ritrovamento del cadavere; lì, secondo la versione di Pelosi, il poeta avrebbe tentato un approccio sessuale, e vistosi respinto, avrebbe reagito violentemente: da qui, la reazione del ragazzo.
Il processo che ne segue porta alla luce retroscena inquietanti.
Si paventa da diverse parti il concorso di altri nell’omicidio ma purtroppo non vi sarà arriverà mai ad accertare con chiarezza la dinamica dell’omicidio.
Piero Pelosi viene condannato, unico colpevole, per la morte di Pasolini.’
Prescindendo da ogni sua vicenda umana, trascriviamo, per commemorare la sua memoria di artista una delle sue poesie d’amore fra le più belle:
Pier Paolo Pasolini 2 novembre 1975 spenta la sua vita corsara
Non è amore
Non è amore. Ma in che misura è mia
colpa il non fare dei miei affetti
Amore? Molta colpa, sia
pure, se potrei d’una pazza purezza,
d’una cieca pietà vivere giorno
per giorno… Dare scandalo di mitezza.
Ma la violenza in cui mi frastorno,
dei sensi, dell’intelletto, da anni,
era la sola strada. Intorno a me
alle origini c’era, degli inganni
istituiti, delle dovute illusioni,
solo la Lingua: che i primi affanni
di un bambino, le preumane passioni,
già impure, non esprimeva. E poi
quando adolescente nella nazione
conobbi altro che non fosse la gioia
del vivere infantile – in una patria
provinciale, ma per me assoluta, eroica
fu l’anarchia. Nella nuova e già grama
borghesia d’una provincia senza purezza,
il primo apparire dell’Europa
fu per me apprendistato all’uso più
puro dell’espressione, che la scarsezza
della fede d’una classe morente
risarcisse con la follia ed i tòpi
dell’eleganza: fosse l’indecente
chiarezza d’una lingua che evidenzia
la volontà a non essere, incosciente,
e la cosciente volontà a sussistere
nel privilegio e nella libertà
che per Grazia appartengono allo stile.
Pier Paolo Pasolini
Questo è il Pier Paolo Pasolini che noi conosciamo e che ricordiamo per il suo impegno politico, poetico e fine regista del cinema italiano.