Le notti bianche racconto di Fëdor Dostoevskij. Il racconto è stato scritto da Dostoevskij tra settembre e novembre del 1848, periodo nel quale partecipò al circolo letterario e filosofico di Nikolay e Aleksei Beketov e successivamente nel circolo di Mikhail Petrashevsky. L’opera prende il nome dal periodo dell’anno noto col nome di notti banche, in cui nella Russia del Nord, inclusa la zona di San Pietroburgo, il sole tramonta dopo le 22.
LE NOTTI BIANCHE
Come in altre opere dell’autore, anche questa è narrata in prima persona singolare da un narratore senza nome di cui sappiamo solo i pensieri. Durante una delle sue lunghe passeggiate notturne per le strade di Pietroburgo, incontra una giovane donna, Nasten’ka. La storia è strutturata in quattro notti e una mattina:
Prima notte
«Era una notte incantevole, una di quelle notti che ci sono solo se si è giovani, gentile lettore. Il cielo era stellato, sfavillante, tanto che, dopo averlo contemplato, ci si chiedeva involontariamente se sotto un cielo così potessero vivere uomini irascibili e irosi.
Il protagonista vive una vita solitaria a San Pietroburgo, in un piccolo appartamento, con la sua anziana e poco comunicativa matrona. Cammina ogni giorno per tutta la città, immaginando la vita delle persone che vede ogni giorno. Durante una di queste passeggiate, incontra una donna, Nasten’ka, che sta piangendo appoggiata a un parapetto. Dopo averla salvata da un uomo ubriaco che la stava seguendo, inizia a far conoscenza e a parlarle in modo appassionato. Quando lui l’accompagna a casa sua, lei gli dice che si sente sola quindi, prima di dividersi, si danno appuntamento per la notte seguente, ma a una condizione: che non si innamori di lei.Seconda notte
Seconda notte
Al secondo incontro, Nasten’ka cerca di scoprire di più sulla vita del narratore il quale si definisce un “sognatore”. Secondo lui il “sognatore” non è un essere umano, ma piuttosto un essere di tipo “transitorio”, “neutro”. Per spiegarle la sua vita, le fa un lungo discorso (simile al monologo del narratore di Memorie del sottosuolo) sul suo desiderio di compagnia e sulla sua solitudine. Nasten’ka si stupisce per il modo romanzesco e filosofico con cui il sognatore le parla. Al termine del suo toccante discorso, Nasten’ka gli assicura che non se ne andrà e che rimarrà sua amica per sempre.
La storia di Nasten’ka
Nella terza parte, Nasten’ka racconta la sua vita. Vive con la nonna cieca, che la controlla rigorosamente. Decidono di mettere in affitto la stanza all’ultimo piano del palazzo in cui vivono. Quando il primo ospite muore, la stanza viene occupata da un giovane distinto ma povero. Il ragazzo inizia un corteggiamento silenzioso prestando libri a Nasten’ka, tra cui opere di Walter Scott e Aleksandr Puskin. La notte prima della partenza del ragazzo dalla città per lavorare a Mosca, Nasten’ka scappa dalla nonna e va dal ragazzo proponendogli di sposarla. A malincuore deve rifiutare perché non ha i soldi per mantenerla, ma le fa la promessa di tornare l’anno dopo. Ma da allora è già passato un anno, senza mai farsi vivo e soprattutto senza averle mai mandato una lettera.
Terza notte
Il narratore si rende conto di essere innamorato di lei. Il loro appuntamento viene rimandato di qualche ora a causa della pioggia. Tuttavia, il sognatore, la aiuta a scrivere una lettera al suo futuro marito e nasconde i suoi sentimenti per lei per non rovinare la loro amicizia. Aspettano la risposta alla lettera, ma alla fine Nasten’ka perde la speranza in una risposta. Ignara della profondità dei sentimenti di lui per lei, gli confessa di sentirsi a suo agio con lui proprio perché non si è innamorato di lei. Il narratore, alla disperata ricerca del suo amore non corrisposto, inizia a sentirsi alienato anche da lei.
Quarta notte
Due giorni dopo, il fidanzato di Nasten’ka ancora non appare e alla fine entrambi rivelano il proprio amore per l’altro. Iniziano a fare piani per vivere insieme, ma inaspettatamente, mentre si salutano, appare il fidanzato. Nasten’ka a questo punto se ne va con l’altro uomo.
Il mattino
L’ultima sezione è una breve conclusione basata sulla lettera ricevuta da Nasten’ka dopo l’ultima notte, in cui si scusa per averlo ferito e insiste sul fatto che sarà sempre grata per la sua amicizia. Afferma anche che si sposerà tra una settimana e spera che anche lui venga.
Il protagonista a questo punto si asciuga le lacrime dalle guance e afferma che non vuole rattristare il cuore della ragazza con amari rimproveri. Capendo che è tutto inutile e torna nella sua tana, nella solitudine dei sogni.
“Che il tuo cielo sia sereno, che il tuo sorriso sia luminoso e calmo! Sii benedetta per quell’attimo di beatitudine e di felicità che hai donato a un altro cuore, solo, riconoscente! Dio mio! Un intero attimo di beatitudine! È forse poco, sia pure per tutta la vita di un uomo?”
Fëdor Dostoevskij
Fonte: it.wikipedia.org
Foto di viaggio-russia.com