Bruce Springsteen 25 agosto 1975 pubblica il 3 album ”Born to Run” – video –

Bruce Springsteen 25 agosto 1975 pubblica il 3 album ”Born to Run”. Un artista che ha fatto insieme ad altri la storia del rock, il folk, cantato l’America, la sua vocazione per il canto nasce improvvisa quando nel settembre 1956 assiste in tv all’esibizione del grande Elvis Presley all’Ed Sullivan Show, da quel momento prende la decisione di cosa farà da grande: il cantante rock and roll e fortunatamente non cambierà mai più idea!

Da Biografieonline: Mentre la famiglia Springsteen si trasferisce in California, Bruce rimane nel New Jersey e inizia a frequentare Asbury Park, piccolo centro sulla costa che in quegli anni vanta una scena musicale straordinariamente viva; ne diventa in breve tempo uno degli esponenti di maggior spicco, riunendo attorno a sé molti dei musicisti che qualche anno dopo diverranno l’ossatura della sua E Street Band. Nel suo periodo ad Asbury Park Springsteen forma diversi gruppi, uno dei quali, gli Steel Mill, raggiunge uno straordinario successo locale ma non un contratto discografico.

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L’incontro con Mike Appel, un produttore di New York, dà una svolta improvvisa alla sua carriera; Appel difetta in buona educazione, ma la sua irruenza e la sua genuina ammirazione per Springsteen riescono a far ottenere al suo giovane cliente un’audizione alla Columbia Records con John Hammond, il leggendario talent scout scopritore di Bob Dylan. Bastano due canzoni a convincere Hammond che Springsteen merita un contratto con la Columbia. I primi due dischi, “Greetings from Asbury Park, NJ” e “The Wild, the Innocent & the E Street Shuffle”, entrambi del 1973, ottengono ottime recensioni, ma vendite meno che scarse. La Columbia inizia a chiamare Bruce “la follia di Hammond” e si prepara a rescindere il contratto; Springsteen non si perde d’animo e punta su quella che è sempre stata e sempre sarà in seguito la sua arma principale: le esibizioni dal vivo. Con la sua E Street Band si lancia in una lunghissima serie di concerti di straordinaria intensità. Ad uno di questi assiste anche Jon Landau, critico tra i più influenti della rivista ‘Rolling Stone’. Landau rimane folgorato e scrive un lungo, commovente articolo che nella parte centrale recita “stasera ho visto il futuro del rock’n’roll e il suo nome è Bruce Springsteen“; la Columbia capisce che tutto sommato “la follia di Hammond” merita un’altra chance.

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E’ una saggia decisione: nel 1975 esce “Born to run”, uno dei dischi fondamentali della storia del rock; questa volta oltre alle critiche esaltanti arriva anche il successo di vendite, che però ha un effetto collaterale: mettere in evidenza che il contratto firmato con Appel priva Bruce di ogni diritto sulle proprie canzoni. La lunga battaglia legale che ne scaturisce terrà Springsteen lontano dagli studi di registrazione per più di due anni. Alla fine Appel se ne va con i soldi, Bruce riconquista i diritti e Landau diventa il suo nuovo manager.

Il 1978 è l’anno di “Darkness on the Edge of Town” e di un tour in cui ogni concerto sembra scrivere una nuova pagina nella storia del rock’n’roll. L’album, forse il più importante nell’evoluzione artistica di Springsteen, fissa le coordinate della sua poetica: storie comuni di gente altrettanto comune, tratteggiate in modo da far emergere l’eroismo nascosto nel vivere quotidiano e vicende di uomini le cui opzioni principali non sono vincere o perdere, ma perdere con dignità o farsi inghiottire dall’oscurità della solitudine. Queste tematiche vengono ampliate due anni dopo nel doppio “The River” che porterà Springsteen, nel 1981, a compiere la sua prima vera tournée nel Vecchio Continente. Il contatto prolungato con una realtà culturale distante da quella statunitense e la lettura illuminante di una serie di libri consigliati dall’amico/manager Landau portano un profondo cambiamento in Springsteen. “Nebraska”, uscito nel 1982, ne è la migliore testimonianza: è un disco acustico, inciso in totale solitudine su un vecchio registratore a quattro piste, che narra storie di violenza, morte e alienazione.

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Parte del materiale inciso per Nebraska, ma che non ha trovato posto nel disco, forma la struttura di “Born in the USA”, che nel 1984 regala a Springsteen il suo più grande successo commerciale di sempre. La title-track, misteriosamente scambiata per un inno nazionalista, è in realtà il grido di rabbia di un reduce dal Vietnam che sente di essere stato prima usato, poi umiliato e infine dimenticato dal suo stesso Paese. Nel 1985 Bruce sposa la modella Julianne Phillips, mentre il “Born in the USA tour” batte una serie impressionante di record, regalandogli una fama planetaria.