Presidenziali Usa proteste manifestazioni contro Donald Trump

La delusione per la vittoria di Donald Trump quale 45° Presidente degli Stati Uniti d’America ha avuto una ribellione in parecchie città americane dove si sono avute manifestazioni e  proteste con gli slogan ‘Not my President’  e ‘Love Trumps Hate’ sottolineavano probabilmente la paura che questo Presidente ha innescato con alcune sue affermazioni,  durante la campagna elettorale, contro alcune categorie di minoranze: immigrati, comunità Lgbtq.

DISORDINI E RIBELLIONI CONTRO LA VITTORIA ELETTORALE DI TRUMP
PROTESTE IN MOLTE CITTA’ USA TRUMP ‘NOT MY PRESIDNET’

Decine di migliaia di persone sono scese in piazza in molte città americane per manifestare rabbia e delusione dopo la vittoria elettorale di Donald Trump. A Washington i dimostranti hanno dato vita a una veglia lungo Pennsylvania Avenue, nei pressi della Casa Bianca. In California la protesta è andata in scena a Los Angeles, a San Francisco, a Oakland, a Berkeley e in altri centri urbani. Gente in strada anche a New York, Portland, Chicago, Seattle, Austin, Boston, Detroit, Philadelphia, Phoenix. Molte le dimostrazioni partite dalle università e dalle scuole. “Not My President” (“Non è il mio presidente”) lo slogan più gettonato, insieme a “Love Trumps Hate” (“L’amore batte l’odio”.

Come protesta nei social network  chi è contrario a questa decisione del popolo americano ha oscurato il proprio profilo con un quadrato nero sulla propria foto, con la ferma convinzione che Trump possa intervenire negativamente sulle minoranze, come preannunciato nella sua campagna elettorale; proprio nel centro di Manhattan, a New York, sulla  Fifth Avenue, dove si trova la residenza del nuovo Presidente sono state disposte misure di sicurezza per prevenire disordini, agenti dell’ordine in assetto antisommossa hanno pattugliato la zona, nonostante il cattivo tempo,  migliaia di persone hanno sfilato in corteo lungo la Sixth Avenue per poi confluire verso la Trump Tower che però è già blindatissima dalla notte del voto, con numerosi camion anti-bomba a protezione dell’intero isolato. Il traffico è rimasto paralizzato per ore e le forze dell’ordine hanno effettuato almeno 30 arresti.

Particolarmente vivaci le proteste in California. Subito dopo il discorso di vittoria di Trump, a Los Angeles circa 1.500 persone si sono riunite nei pressi dell’Ucla, l’università della California. In centinaia si sono dati appuntamento presso il municipio. Altri 500 studenti sono scesi in piazza presso l’università di Santa Barbara intonando il coro: “Not my president. Not my president”. Nella Bay area city si sono registrate proteste in centro e lungo l’highway 24. Altre manifestazioni anche lungo la Walk of fame di Hollywood. Il Los Angeles Times ha riferito di qualche episodio di vandalismo e di grande amarezza e rabbia; incidenti anche a Oakland, dove è stata fracassata una vetrina del quotidiano Oakland Tribune mentre altri manifestanti hanno dato alle fiamme immagini di Trump. Sempre nella città californiana l’accensione di alcuni falò ha portato alla chiusura della stazione dell’alta velocità

Fonte: Repubblica