Santa Rita Da Cascia muore il 22 maggio 1457

Santa Rita Da Cascia muore il 22 maggio 1457. Figlia di pacieri di Cristo tra la guerra dei guelfi e ghibellini diedero alla loro unica figlia una buona educazione, insegnandole a leggere e a scrivere, lei dal carattere mite e obbediente avrebbe voluto intraprendere il cammino verso la consacrazione a Dio, però i genitori la vollero accasata e lei seguì il loro volere.

Andò sposa a 16 anni a Paolo di Ferdinando Mancini, giovane ben disposto, purtroppo con un carattere abbastanza irruento e attaccabrighe e lei con dolcezza e amore cercò di calmare i bollenti spiriti del suo sposo, ebbero due gemelli e la sua dedizione alla famiglia, la vita semplice fatta di preghiera e virtù riuscì a convertire il martire che divenne onesto e laborioso.

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Tutto andava per il verso giusto fino a che il marito non venne brutalmente assassinato in piena notte, presso il mulino di Remolida da Poggiodomo, nella valle, sotto le balze di Collegiacone; l’uomo era stato vittima causa l’odio fra le fazione, però prima di morire le sue ultime parole furono d’amore per la moglie Rita e i loro figli.

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Rita fu capace di una sconfinata pietà, coerente con il VanRita gelo di Dio cui era devota, perdonando pienamente chi le stava procurando tanto dolore. Al contrario i figli, influenzati dall’ambiente circostante, erano propensi e tentati dal desiderio di vendetta. I sentimenti di perdono e di mitezza di Rita non riuscivano a persuadere i ragazzi. Allora Rita arrivò a pregare Dio per la morte dei figli, piuttosto che saperli macchiati del sangue fraterno: entrambi morirono di malattia in giovane età, a meno di un anno di distanza dalla morte del padre.

Rita  ormai sola, e con il cuore straziato da tanto dolore, si adoperò a opere di misericordia e, soprattutto, a gesti di pacificazione della parentela verso gli uccisori del marito, condizione necessaria per essere ammessa in monastero, a coronazione del grande desiderio che Rita serbava in cuore sin da fanciulla. 

Per ben tre volte bussò alla porta del Monastero Agostiniano di santa Maria Maddalena a Cascia, ma solo nel 1417 fu accolta in quel luogo, ove visse per quarant’anni, servendo Dio e il prossimo con una generosità gioiosa e attenta ai drammi del suo ambiente e della Chiesa del suo tempo.

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La sera di un Venerdì Santo, dopo la tradizionale processione del Cristo Morto, avvenne un prodigio che durò per tutti i suoi ultimi quindici anni di vita: Rita ricevette sulla fronte la stigmate di una delle spine di Cristo, completando così nella sua carne i patimenti di Gesù.  Rita ne sopportò il dolore con gioiosa ed eroica forza. Salvo una breve parentesi, in occasione della visita a Roma per acquistare le indulgenze romane, la ferita rimase aperta sulla fronte di Rita fino al termine della sua vita terrena.

Morì beata il giorno di sabato 22 maggio 1457 e fu venerata come Santa subito dopo la sua morte come è attestato dal sarcofago ligneo e dal Codex Miraculorum, documenti risalenti all’anno della morte.

Fonte: Biografieonline

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