GRECIA: BLOCCO UE TRATTATIVE FINO AL VOTO REFERENDUM

Continua il braccio di ferro del premier greco Alexis Tsipras contro la Commissione Europea con una sua lettera inviata con delle estensioni alle proposte dei negoziatori internazionali dando prova di apertura nuovamente a negoziati ma l’Europa dice no, Juncker afferma: ‘Ho dato mandato perché nessun commissario parli di Grecia’, Schauble, ministro delle finanze tedesche:  ‘Non può tornare allo status quo, siamo in una situazione completamente nuova’, Fondo monetario internazionale replica: ‘La nostra priorità è aiutare il popolo greco’.

Alexis Tsipras
ha inviato una lettera di ultime controproposte in 5 punti per chiudere in extremis i negoziati con i creditori internazionali e salvare la Grecia del default ma il blocco dell’Europa è stato messo in atto nonostante il premier greco fosse d’accordo ad accettare le proposte degli europei ed ora fino alla votazione del referendum indetto dallo stesso premier e approvato dal parlamento ellenico non ci saranno più aperture a nuovi dialoghi.<br />
Il premier ellenico ha parlato ai propri cittadini attraverso la televisione: ‘La Grecia resta al tavolo negoziale, ma il voto di domenica non è contro l’euro. Siamo contro l’austerity. Votate no, i creditori stanno ricattando i greci, ma questa situazione non durerà per molto. Salari e pensioni non andranno persi’ in risposta all’Eurogruppo che in precedenza aveva spiegato tramite il presidente Jeroen Dijsselbloem: Data la situazione politica greca non c’è terreno per ulteriori discussioni. Aspettiamo semplicemente il risultato del referendum di domenica. Non c’è margine per estendere il piano di aiuti”. “Abbiamo preso nota delle ultime proposte greche – ha aggiunto – ma data la situazione politica e dato l’invito a votare ‘no’ del governo greco al referendum, non vediamo terreno per altre discussioni’, allineandosi con quanto dichiarato da Juncker: ‘La Commissione non avrà alcun contatto con il governo di Atene prima del referendum. Ho dato mandato che nessun Commissario intervenga su quesiti, che riguardino la politica greca. E’ mancata la volontà di chiudere, la distanza era di soli 60 milioni”. Il presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk gli fa eco: “L’Europa vuole aiutare la Grecia ma non può aiutare nessuno contro il suo volere. Aspettiamo i risultati del referendum greco‘.

La direttrice del Fondo monetario internazionale, Christine Legarde, è intervenuta sui rapporti tra Ue e Grecia affermando: ‘Abbiamo ricevuto cosi tante ‘ultime offerte che sono state convalidate, invalidate, cambiate, emendate nel corso degli ultimi giorni– aggiungendo:  ‘penso che ci sia un processo democratico in corso e che dovrebbe auspicabilmente portare a più chiarezza e meno incertezza sulla determinazione del popolo greco e l’autorità del governo’, rammentiamo che lo stato greco doveva onorare un debito al 30 giugno con il Fmi pari a 1,6 miliardi di euro che non sono stati versati;  mentre la Bce ha deciso di lasciare invariato il livello massimo stabilito per l’erogazione di liquidità di emergenza.

Passano quasi sotto silenzio le esortazioni di Papa Francesco, preoccupato per il popolo ellenico, al quale ha ribadito la sua solidarietà e preghiera e che chiede a chi muove le leve del potere e del business internazionale di tralasciare gli interessi economici ma che al centro di ogni dibattito tecnico e discussione ci sia ‘la dignità della persona’ e la responsabilità di assumere scelte ‘responsabili’, e la chiara intenzione del Papa è quella di non immolare l’essere umano a interessi economici e di potere.

ALEXIS TSIPRAS

Il ministro delle finanze tedesche, Wolfgang Schaeuble  non si è fatto scrupolo nel ribattere che la lettera di Tsipras: ‘non è una base per parlare di misure serie’  e in sintonia la cancelliera tedesca, Angela Merkel aggiunge: ‘La Grecia ha il diritto di fare il suo referendum sulle proposte europee, ma i partner europei hanno egualmente il diritto di rispondere a quello che sarà il suo esito‘ dimostrando il suo vero volto dopo essere stata la colomba della pace affermando che la Grecia ha abbandonato unilateralmente il tavolo delle trattative e che discutere prima del referendum ‘non ha senso’.

Auguriamo al popolo ellenico che la guerra ingaggiata contro l’Europa e non contro l’euro abbia l’esito che deve avere pur di non piegarsi alle volontà ricattatorie e umilianti che una Commissione europea può imporre ad un intero popolo e anche se il premier Renzi afferma che la Grecia non può e non deve essere un modello di riferimento e che il referendum è un errore (ma non fa testo ciò che dice, tuttal’altro! ndr.), il popolo ellenico esprimerà il suo parere accanto al suo premier, esempio fulgido di una democrazia molto difficile da vedersi ai nostri giorni e prescindendo dall’esito ha saputo dimostrare la propria fierezza e orgoglio!

Fonte: LaRepubblica