Guerra Ucraina intervista di Anne Morelli sulla propaganda di guerra

Guerra Ucraina intervista di Anne Morelli sulla propaganda di guerra. E’ una storica belga specializzata in storia delle religioni e delle minoranze. Dottoressa in storia, è direttrice del Centro interdisciplinare di studi sulle religioni e la laicità dell’Université libre de Bruxelles, università presso la quale tiene diversi corsi, ha rilasciato una intervista pubblicata su Investing’Action, dove analizza, quale storica, la propaganda di guerra applicata al conflitto ucraino.

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I nostri media danno tutta la responsabilità a Putin. Perché non guardano le conseguenze delle azioni precedenti da parte dell’Occidente, cioè quelle degli Stati Uniti, dell’Europa e della leadership ucraina?

Siamo in una situazione in cui non c’è spazio per le divergenze. Sono stupita di vedere manifesti nella ULB con “Salvare l’Ucraina”, “Putin è un assassino” e altri messaggi del genere. È la prima volta che vedo studenti posizionarsi così in un conflitto militare.

Bisogna sottolineare che l’Ucraina ha delle armi, e queste armi non sono arrivate da sole. L’Ucraina è armata dal 2014 e il governo lancia regolarmente le sue armi contro gli “indisciplinati” nei cosiddetti territori “filorussi”.

Quando in Jugoslavia, territori come la Croazia e il Kosovo hanno fatto la loro secessione, sono stati applauditi. I paesi occidentali li hanno sostenuti direttamente. Per esempio, la Germania e il Vaticano hanno riconosciuto immediatamente l’indipendenza della Croazia mentre erano impegnati a fare a pezzi un paese che prima era unito.

Ma quando è il contrario, come nel caso del nostro nemico che sostiene l’autonomia, allora diciamo che è scandaloso. Abbiamo un evidente doppio standard. Immaginate se domani i baschi, i catalani o i fiamminghi volessero la loro autonomia. Applaudiremmo?

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Non si capisce bene cosa abbia spinto la Russia ad attaccare l’Ucraina, a meno che non si consideri che Putin è un pazzo che vuole dominare il mondo. Un dispaccio dell’AFP, ripreso da molti media, menziona ciò di cui Mosca accusa Kiev: il genocidio nel Donbass, la presenza di neonazisti e le affermazioni atomiche di Zelensky… Ma l’AFP precisa che si tratta di “accuse assurde”. È realmente così?

La demonizzazione del nemico è un principio basilare della propaganda di guerra, ed è abbastanza continuo. Napoleone era pazzo. Anche il Kaiser, Saddam Hussein, Milosevic e Gheddafi. E Putin è pazzo, naturalmente. Siamo fortunati ad avere dei leader che sono tutti sani di mente, mentre dall’altra parte sono tutti pazzi furiosi. È un principio elementare della propaganda di guerra.

Eppure la questione dei neonazisti è molto reale. Il Battaglione Azov non sono dei chierichetti, sono neonazisti. Dobbiamo anche ricordare che una parte della popolazione ucraina era solidale con la Germania nazista. C’è una parte della popolazione che ha combattuto i nazisti, ma una parte che ha sostenuto il genocidio degli ebrei e tutte le atrocità.

Quando Putin dice “combatteremo contro i fascisti ucraini”, la Russia sa di cosa sta parlando. Anche qui, la propaganda occidentale ha fatto dimenticare che è stata l’ex URSS a collaborare maggiormente alla sconfitta della Germania nazista. Questo era abbastanza ovvio per la popolazione belga nel 1945.

Ma da allora, la propaganda ha avuto il suo effetto attraverso le produzioni di Hollywood, film come “Salvate il soldato Ryan” e molti altri.

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Come possiamo sviluppare un movimento per la pace in queste condizioni e quale ruolo possiamo svolgere?

Al momento è molto difficile. È il decimo principio, se fai domande al momento della guerra stai già andando troppo lontano. In questo modo si viene considerati praticamente come un agente del nemico.

Se chiedi “il popolo del Donbass non ha diritto all’indipendenza, come il popolo del Kosovo?”, sei sospettato di essere un agente di Putin. No, Putin non mi piace affatto. Ma non voglio un’informazione così partigiana, non voglio un’informazione che sia in definitiva un’informazione della NATO!

Cosa fare allora? Sono stata invitata diverse volte ai canali televisivi e quando ho chiesto di proiettare la mappa del 1989 in Europa per mostrare chi sta avanzando le sue pedine verso l’altro, curiosamente mi è stato detto che non era necessario che io intervenissi.

Penso che in una situazione di forte propaganda come quella attuale, la nostra voce sia inudibile.

Ma dobbiamo vedere chi circonda chi. Sono le truppe della NATO che circondano la Russia, non il contrario.

Recentemente, per una manifestazione contro la guerra, c’erano solo poche persone. Dalla guerra in Iraq ad oggi, c’è stato un certo scoraggiamento del movimento per la pace. Quando si vedono le enormi manifestazioni che si sono svolte in Gran Bretagna e in Italia, per esempio, questo non ha impedito ai governi di andare avanti nonostante le reazioni popolari contro la guerra.

Lei ha detto in un’intervista a La Libre Belgique che per Biden “essendo la Cina un pezzo troppo grande, attaccare la Russia attraverso la NATO sembra più accessibile”. La realtà di una guerra USA-Russia non è esagerata?

Non credo che Biden lo farà da solo, ha promesso al suo elettorato che non manderà le truppe americane direttamente al fronte. Ma da un lato, sta inviando truppe in paesi che una volta erano nell’orbita sovietica, come gli Stati baltici, la Polonia, ecc. E dall’altro lato, spera che i paesi europei combattano la guerra contro la Russia.

In questo caso, Biden non dovrà affrontare la sua opinione pubblica. E al contrario, si farà una reputazione di uomo coraggioso nei confronti del nemico. Sono solo uno storico, ma penso che Biden cercherà di convincere altri a combattere la guerra. Gli ucraini hanno già ricevuto molto equipaggiamento militare.

Alla luce di questa intervista forse sarebbe meglio meditare e riflettere su quanto sta accadendo piuttosto che appunto ‘demonizzare’ il ‘nemico’, ognuno ha la sua parte di colpa e crediamo se noi avessimo dei missili puntati sul nostro orticello di casa non la prenderemmo troppo bene, quindi prima di crocifiggere Putin, la Nato e l’Occidnete dovrebbero ritirare le mire sull’Ucraina e l’Unione Europea dovrebbe non accettare nelle sue file questa nazione, Putin intende, e lo fa, difendere a tutti costi i suoi confini da eventuali armi puntate sul Cremlino, e fare della propaganda per questo e quello non è il modo di incentivare la pace ma aizzare ancor di più l’incendio scoppiato fra queste due nazioni in guerra.

Fonte: Investing/Action

Fonte: Informazione.it

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